La sfida di Iader Giraldi al rally Dakar In moto per 9.000 km nel deserto

Per la prima volta un faentino parteciperà alla celebre competizione che si terrà in Arabia Saudita. La sua passione è nata ai Monti Coralli e correrà con una Ktm 450 modificata per l’occasione

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È nata tra il fango della pista da cross dei Monti Coralli la passione per le due ruote di Iader Giraldi che fra un mese, all’età di 50 anni, farà il suo debutto al Rally Dakar, il più mitico fra tutti i rally del mondo. Lo farà alla guida di una Ktm 450 Rally Replica, modificata per partecipare alla Dakar rispetto alla sua originaria fisionomia di moto riservata al campionato professionistico. "Normalmente una motocicletta come quella può toccare i 180-200 chilometri all’ora, ma nella sabbie del deserto dell’Arabia Saudita sarà tutta un’altra storia". Auto, moto e camion impegnati nel Rally Dakar 2023 prenderanno il via dal Mar Rosso: solo una parte di loro arriverà sul Golfo Persico, dopo essere uscita indenne dalla traversata del deserto del Rub’ al Khali. La gara (vi partecipano anche quad e prototipi) è in programma dal 31 dicembre 2022 al 15 gennaio; come già accaduto nelle tre precedenti edizioni è dunque l’Arabia Saudita a ospitare la competizione, dopo il trasloco in Sudamerica fra 2009 e 2019, dove quella che un tempo era nota come Parigi-Dakar spostò il suo tracciato a causa dell’instabilità politica nei paesi del Sahel. Alla Dakar può partecipare solo chi si è qualificato in una delle competizioni della Road to Dakar: Giraldi ce l’ha fatta nell’Abu Dhabi Desert Challenge. L’impresa che lo aspetta è ai limiti dell’umano: "Novemila chilometri da percorrere in 15 giorni, per una media di 7-800 chilometri al giorno – rivela –. Ci si alza alle 4.30 del mattino e si rimane alla guida fino alle 18, dopodiché si trascorre la notte in tenda". Pur potendo fare affidamento sul supporto di un team italo-spagnolo, che durante le ore serali effettuerà la necessaria manutenzione ordinaria e straordinaria sulla sua moto, Giraldi dovrà dedicare almeno tre serate alla parte tecnica: "Il regolamento obbliga i piloti a esercitarsi anche quali meccanici dei propri mezzi".

Giraldi, la cui passione è sbocciata quasi quarant’anni fa sulla pista dei Monti Coralli, sarà il primo faentino a prendere parte alla Dakar e si è preparato all’evento grazie alla sua esperienza di human experience designer: "Occorre particolare attenzione al cosiddetto ’biofeedback’. Bisogna essere pronti a tutto: non a caso ho ribattezzato questo mio progetto ‘Dealing with the unexpected’ (‘Fronteggiando l’inaspettato’, ndr)". L’obiettivo di Giraldi, al debutto nella competizione, solo apparentemente è quello minimo: "Terminare la Dakar è un traguardo che normalmente si raggiunge solo alla terza o quarta partecipazione. C’è chi è partito dieci o quindici volte ed è arrivato a completarla una sola. Trovandomi ai nastri di partenza non posso che puntare a terminare la gara, ovviamente. Ma devo anche essere realista".

Filippo Donati