La sofferenza e la violenza: due riflessioni

La scuola primaria ‘Tavelli’ analizza l’animo umano e le sue mille sfaccettature. "Fu la guerra a far nascere il maschilismo"

La sofferenza e la violenza: due riflessioni

La sofferenza e la violenza: due riflessioni

Oramai lo sappiamo tutti. L’essere umano è una creatura estremamente violenta. Com’è successo? Per me tutto questo accade nella relazione tra istinto animale e spirito di convenienza politica, che da sempre convivono in un solo corpo. Basta pensare a ciò che accadeva quando ancora l’uomo viveva per vivere, e senza alcun pensiero politico.

Poi, l’ umanità si rese conto che per facilitare l’esistenza c’erano bisogno di regole,di ingegno, di un capo e di un’organizzazione efficace. Poi così, come d’incanto, arrivò con un bel “pop” la nostra amica pressione demografica; gli uomini avevano infatti realizzato in troppi che questo nuovo tipo di sistema era ben più conveniente che semplicemente pregare per non essere sbranati e raccogliere bacche per terra. Conoscendo la nostra specie non avrete certo bisogno di qualcuno che vi racconti cosa successe poi,e sapreste tutti intuire che nacquero baruffe su baruffe. “Questo territorio e mio!!” “Ma stiamo scherzando?! Io qui ho piantato tutto il granturco che avevo!!!”. Baruffe, poi liti, risse e poi...guerra. Vedete, è proprio vero: una cosa genera l’altra. Poiché fu la guerra che fece nascere il maschilismo. Infatti, per sovrastare la guerra, all’improvviso alla società tornarono utili solo le persone robuste fisicamente e la massa muscolare è ben più rappresenta dagli uomini che dalle donne. Di conseguenza nacquero frasi come: “Donna, lasciami fare!” “Ci penso io!” “Ti copro le spalle!”. Ed è purtroppo solo recentemente che la società ha iniziato ad accettare che a queste stolte affermazioni qualcuna ogni tanto rispondesse “Le mie spalle sono sotto la mia responsabilità”.

In seguito nacquero gli stereotipi. Poter combattere era, in tempi antichi, sinonimo di abilità, di intelligenza. Di conseguenza lo stereotipo della donna divenne quello di un essere inutile, al massimo utilizzato come oggetto di svago, di tentazione (vi ricordo che nei dieci comandamenti c’è scritto di non desiderare la donna altrui),di chiacchiera, di merito e, se proprio bisogna parlare di convenienza, una sorta di macchinario fabbricafigli. Chissà perché i matrimoni erano principalmente di convenienza e il concetto di amore era piuttosto astratto...

In ogni caso,dopo tutto questo tempo, il concetto è ancora più che diffuso. La discriminazione in generale esiste ancora,anche se il maschilismo si sta gradualmente e lentamente affievolendo. Ma in realtà non è così. Pensate anche solo alla Disney. Alle principesse indifese la cui unica aspirazione e quella di venir e baciate e sposaste dal loro fantastico principe azzurro. Pensate a tutti i bambini la cui testa viene riempita di discriminazione di vario tipo, ed educati a vivere nella società in cui tutto questo è solo pane quotidiano. E pensate al razzismo. Quanti film della Disney esistono che hanno come protagonisti persone dall’etnia asiatica, o africana? Una cosa come... tre? E quanti film della Disney trattano di due persone omosessuali che si innamorano? Nessuno. Nessuno. E’ per colpa di questa brutta parola che in fondo non c’è da stupirsi se dopo i bambini piccoli usano espressioni come “bleah” riferendosi a delle persone omosessuali. E questa è purtroppo l’ origine della società diseguale e discriminatoria in cui oggi ci troviamo.

Classe 1ª A

Scuola primaria ‘Tavelli’

Professoressa

Beatrice Mazzavillani