Mentre i muri delle case alluvionate si asciugano, emergono come arcobaleno dopo la tempesta storie intrise di speranza e di solidarietà. Come le ‘staffette impossibili’ di ‘Samanta Pezzi’ (nome Facebook), al secolo Annalisa Gagliano: imolese di origine, trasferitasi recentemente a Castel Bolognese, "alluvionata di serie B" come lei stessa si definisce, e soprattutto organizzatrice di una particolare staffetta solidale. È grazie a tale attività che il mobilio e gli arredamenti donati da centinaia di persone hanno trovato nuova vita e una nuova collocazione tra le mura domestiche di altre decine di persone che in Romagna, a causa della drammatica alluvione di maggio, avevano perso tutto. "L’alluvione ha colpito anche me – spiega Gagliano –, e così ho chiamato un gruppo di persone a darmi una mano per ripristinare il mio garage e la tavernetta. Eravamo però in troppi, così ci siamo divisi e abbiamo aiutato anche altri prima a Castello e poi nelle città vicine".
È stato in quel momento che il volontariato autogestito ha iniziato la propria attività: "ho strutturato interventi mirati organizzando squadre di volontari dall’Emilia, dal Veneto, dalla Lombardia, da Varese, da Bolzano". Non l’unica attività solidale messa in campo visto che quella rete di volontari ha "attivato un po’ di raccolte fondi che abbiamo consegnato al rione Rosso e al Nero. Abbiamo portato beni di prima necessità poi consegnati ai rioni Rosso e Verde, e abbiamo anche fatto arrivare 28 bancali di merce per la pulizia della casa, che abbiamo stoccato e finito di distribuire tramite la Confesercenti". Un luogo non casuale, visto che la sede alluvionata dell’associazione di categoria è stata ripulita dai volontari coordinati dalla stessa Gagliano. "Nel nostro gruppo, di cui fanno parte anche Claudio Avanzini di Reggio Emilia e Rocco Destro da Vercelli, ci sono persone che sono state alluvionate e che dopo essere state aiutate hanno voluto a loro volta aiutare qualcun altro". L’ultima attività in ordine di tempo è stata la staffetta dei mobili. "Avevo pubblicato il mio numero in un gruppo Facebook che si chiama ‘Il borsino dell’alluvione’ – spiega –, e tramite i social il mio numero ha incominciato a diffondersi sia tra le famiglie alluvionate, molte delle quali le avevo conosciute personalmente, sia tra coloro che volevano donare qualcosa".
E così, spontaneamente e gratuitamente, in quattro mesi di messaggi, logistica e consegne, quel filo di solidarietà è riuscito a varcare i confini regionali creando una rete circolare gratuita in grado di smuovere "approssimativamente 1 milione e 600mila euro di valore commerciale di merce, considerando anche i trasporti e la manodopera". Al di la delle stime però il vero valore secondo la volontaria è quello emotivo.
"Per esempio la donazione di una cucina usata riesce a scatenare emozione e talvolta anche commozione sia in chi dona e sia in chi riceve. Ci si sente parte di una comunità, e soprattutto meno soli". L’ultima consegna si è svolta ieri a Faenza. Una signora di Ravenna ha donato un pianoforte, che è stato recapitato ad un ragazzo che studia al conservatorio. Per ‘l’impresa’ si sono adoperati i volontari della cooperativa onlus La Stadera, tra cui Riccardo Ricci Petitoni che lavora in Confesercenti. Oltre al pianoforte sono stati consegnati altri complementi d’arredo ad altre persone alluvionate. "Non trasportiamo mobili in condizioni impossibili – conclude Gagliano –, ma creiamo connessioni tra esseri umani".
Damiano Ventura