Il fenomeno dei lavoratori precari, con contratti instabili e spesso non rispettati, è stato una costante anche dell’estate 2024. A raccogliere dati e testimonianze è stata la Uil di Ravenna, che ha declinato nella riviera il progetto di carattere nazionale organizzato dal sindacato. "Abbiamo creato un questionario anonimo – spiega Isabella Ciotti della Uil di Ravenna – per mettere in luce le condizioni dei lavoratori stagionali".
Il progetto è rivolto a tutte le persone con contratti ’deboli’, con una durata limitata, a prescindere dal settore. Ma è intuibile che questa situazione riguardi principalmente i lavoratori stagionali. "Quasi tutti, tra quelli che hanno risposto al questionario, lavorano nel settore del turismo, in alberghi, stabilimenti balneari e ristoranti. Ragazzi e ragazze che lavorano 10 ore al giorno, e a volte anche di più, nonostante abbiano contratti part-time". Questo significa che i lavoratori svolgono molte più ore di quelle previste dal contratto, e gli “straordinari“ non vengono pagati come tali ma, al contrario, non risultano in busta paga. "In questo caso si registrano molti casi di dipendenti pagati in nero – aggiunge Ciotti – ma soprattutto c’è un altro fattore da tenere in considerazione. Il 64,8% dei votanti ha dichiarato di lavorare più ore di quelle dovute per raggiungere, a fine mese, una paga dignitosa".
Il progetto, denominato ’Lavoratori precari, in nero, invisibili: fantasmi. Facciamoli tornare persone’ intende quindi a segnalare le condizioni dei lavoratori, spesso “costretti“ a svolgere più ore del normale perché con la paga base non riescono ad ottenere un compenso mensile adeguato e dignitoso. Oltre a questo, c’è il problema dei contratti part-time, che prevedono, oltre ad una durata complessiva molto ridotta, lo svolgimento di poche ore settimanali. "Questo però non viene rispettato, il 50,8% delle persone che hanno votato dichiarano di lavorare anche 40 ore settimanali, come se avessero un full-time".
Un’altra criticità riguarda la scarsa formazione che viene effettuata prima di iniziare a lavorare. "Il 60,7% sostiene di non ricevere un’adeguata formazione, e quindi tantissime persone iniziano a lavorare senza sapere quello che devono fare. Il 52,5% inoltre ha accusato di esser stato vittima di mobbing o di molestie sul posto di lavoro".
Questa situazione comporta problemi nella vita personale, causati dalle eccessive ore di lavoro in un ambiente difficile, dal poco tempo libero (non tutti hanno regolarmente il giorno di riposo) e da uno stipendio complessivamente basso in rapporto alle ore di lavoro. "Solo il 9,8% ammette di essere in grado di sostenere delle spese improvvise senza dover chiedere aiuto in famiglia".
La stagione estiva si avvia alla conclusione, ma è ancora possibile rispondere al sondaggio su https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfMOuT_boqtnFwA0fXm57dFlvLB5Mk-NymjeVtzx-OaIJMkcg/viewform
Jacopo Ceroni