L’aiuto dei giovani Tanti studenti nel fango ore e ore "Voi, preziosissimi"

Girano per la città e vanno dove serve, molti sono minorenni. Creano catene umane per liberare le cantine allagate dai materiali.

L’aiuto dei giovani  Tanti studenti  nel fango ore e ore  "Voi, preziosissimi"

L’aiuto dei giovani Tanti studenti nel fango ore e ore "Voi, preziosissimi"

Tra il fango depositato nelle strade e le nuvole di polvere sollevate dai camion, il sole estivo ha ormai definitivamente fatto breccia anche a Faenza, aprendo un nuovo capitolo della lotta dei suoi cittadini contro l’alluvione. Si intravede la luce in fondo al tunnel: anche nel semidistrutto Museo Zauli, col passare delle ore, dai sotterranei ancora semiallagati riemerge una quantità di ceramiche intatte sempre maggiore, che va accumulandosi in lunghe file sui camminamenti realizzati con delle assi nel cortile interno. Parallelamente, i volti di Matteo Zauli e delle sorella Monica e Laura per la prima volta in sei giorni cominciano a distendersi. "Ero perfino rimasta bloccata a Bologna per via delle strade impercorribili – spiega Laura Zauli –. Non ho avuto neppure il coraggio di guardare le foto del disastro finché non sono arrivata qui". Intorno a loro i più giovani esponenti della dinastia Zauli sono parte della legione di giovanissimi autorizzata dalle scuole a recarsi qui e in altre parti della città, per salvare il contenuto dei sotterranei. Le idropulitrici lavorano a ritmo serrato, a piena potenza sulle ceramiche e con tutte le dovute cautele sui più fragili gessi. Tra le opere che riemergono dal fango ci sono anche una ceramica con inciso il leone simbolo di Faenza, oltre ad alcuni pezzi che ricordano il ‘Cubo alato’ di viale Baccarini, una delle massime espressioni di Carlo Zauli.

Gli studenti delle scuole della città – come il gruppo che attraversa il Ponte delle Grazie armato di pale e badili, guidato dalla prof Gloria Ghetti – sono la truppa più numerosa tra gli ‘angeli del fango’ in azione a Faenza, dove con il ripristino della viabilità sono comunque potuti arrivare molti ragazzi anche da altre città, come Andrea Droghetti e Marta Romero, startupper ferraresi, piombati qui non appena la trasferta di lavoro che li vedeva impegnati glielo ha concesso. Anche grazie a loro è stata sgombrata la cantina di un palazzo di via Bettisi, direttrice epicentro dell’alluvione, in cui l’acqua ancora occupa le strade. Una giovane imolese è arrivata qui insieme al padre, di origine siciliane: sono i due curatori Viola Emaldi e Gioele Melandri, pure loro armati di pala, a guidarli nei punti della città dove la situazione è più critica. "Una volta arrivati lì sono i residenti a chiederci una mano".

Le catene umane consentono di liberare in qualche ora anche gli scantinati più colmi di materiali. È appunto grazie a una catena che un sotterraneo di via De Gasperi – un’altra delle zone rosse – è stata svuotata ieri mattina in poche ore. Pure qui a segnare una svolta sono stati gli studenti delle scuole, che in questo come in molti casi si muovono per la città accompagnati dalle note dei loro artisti preferiti, tra i quali a farla da padrona è ovviamente la trap. "Ringrazio ciascuno di voi – spiega Francesca, alluvionata che ha dovuto lasciare la sua casa in gommone nella notte fra il 16 e il 17 maggio –. Siete stati preziosissimi". Liberare le cantine in breve tempo è essenziale per poter consentire alla Protezione civile di risucchiare l’acqua ancora depositata negli edifici e di pulire le strade, sia dal fango che dalle cataste di materiali che le ingombrano.

Se gli angeli del fango sono come presumibile ventenni e trentenni, anche il resto della città si è mobilitata per dare loro una mano, chi offrendo loro acqua, caffè e cioccolato, chi addirittura improvvisando grigliate sulla soglia del proprio negozio. La giornata dei volontari termina verso le 20, quando ci si raduna sui gradini del Duomo per un brindisi in compagnia delle persone incontrate durante il giorno. Qui è nato un altro rito: il mezzo dei vigili del fuoco, che a quell’ora solitamente lascia la piazza per una delle sue perlustrazioni, parte fra le ali di folla a sirene spiegate, accolto puntualmente dai boati e dagli applausi dei ragazzi accalcati in piazza.

Filippo Donati