
Il Lamone è esondato durante le alluvioni allagando il territorio (foto Tedioli)
Sono stati presenti ieri i risultati del progetto di citizen science ‘Controcorrente – la Net generation e la sfide del clima che cambia’, a firma di Legambiente e finanziato dalla Regione. "Il progetto ha avuto l’obiettivo di far acquisire consapevolezza alle giovani generazioni riguardo i cambiamenti climatici, lavorando su alcuni corsi idrici significativi come elemento che attraversa il territorio", spiega Legambiente. I fiumi coinvolti nel progetto sono stati cinque, ognuno collegato ad un tema specifico di approfondimento: fra questi, il Lamone è stato indagato in relazione al rischio idrogeologico, il Savio per quanto riguarda la gestione della vegetazione. Le azioni svolte hanno visto la partecipazione diretta di oltre 400 cittadini, attraverso attività di monitoraggio della qualità delle acque, incontri di approfondimento ed escursioni. Tra le attività previste una delle più importanti era relativa al monitoraggio della qualità delle acque, con l’analisi dei parametri microbiologici e chimici e la ricerca di un pesticida, il glifosato, o del suo metabolita, l’Ampa. "Il glifosato è un erbicida molto diffuso in ambito agricolo, di cui è stata dimostrata la forte tossicità per gli insetti impollinatori – ricorda Legambiente – l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms lo ha inoltre inserito tra le sostanze fattori di rischio. I monitoraggi sono stati eseguiti su almeno quattro punti localizzati lungo l’asta di ciascun fiume, in due momenti diversi dell’anno, in modo da poter compiere un confronto tra diverse stagioni".
Se i dati rilevati nella tarda primavera hanno presentato una situazione complessivamente buona, con la presenza di un numero limitato di campioni con valori fuori norma, "i dati raccolti nel corso dell’autunno hanno invece restituito un quadro più negativo". Per quanto riguarda il Lamone, sono soprattutto le concentrazioni di enterococchi e nitrati quelle che destano la maggiore preoccupazione, con valori oltre la norma in autunno, e in misura minore in primavera. Rilevata in primavera anche la presenza di glifosato, ma con una concentrazione di 0,07 microgrammi per litro, dunque entro la soglia di 0.1. Per quanto riguarda il Savio, indagato nel suo tratto cesenate, da segnalare soprattutto un picco nella concentrazione di Escherichia coli, con 13mila Ufc per millilitro (si tratterebbe del numero di batteri per millilitro), in coincidenza con valori oltre la soglia pure per gli enterococchi e i nitrati, in vari punti di campionamento.
"I dati microbiologici restituiscono alcune situazioni puntuali che dovranno essere monitorate in futuro", fa notare Legambiente. Al termine del convegno l’associazione ha annunciato la formazione di un comitato tecnico scientifico che si è dato il nome di Agire: ne fanno parte, fra gli altri, l’ingegner idraulico Andrea Nardini, il meteorologo Pierluigi Randi, i climatologi Federico Grazzini, Stefano Materia e Carlo Cacciamani, gli ecologi Bruna Gumiero e Riccardo Santolini, il biologo Giulio Conte, il sociologo dell’ambiente Giorgio Osti, l’esperto di biodiversità fluviale Luca Leoni, gli urbanisti Gabriele Bollini ed Eva Cerri, oltre al direttore di Legambiente Emilia Romagna Francesco Occhipinti.
Filippo Donati