L’analisi del disastro "Poca manutenzione Gli alvei vanno puliti E la vegetazione tolta"

Marco Antonellini, docente universitario di Idrologia ambientale "La pioggia in sé non è un evento particolarmente eccezionale. Servono interventi nei fiumi. Difficile prevedere quanto accaduto" . .

L’analisi del disastro   "Poca manutenzione  Gli alvei vanno puliti  E la vegetazione tolta"

L’analisi del disastro "Poca manutenzione Gli alvei vanno puliti E la vegetazione tolta"

Marco Antonellini è docente di Idrologia ambientale e Georischi a Scienze ambientali, Università di Bologna, sede di Ravenna. Ieri ha avuto modo di osservare con i propri occhi alcune delle zone più colpite del Ravennate, dalla campagna alla rete idrica.

Professor Antonellini, quello che è accaduto negli ultimi giorni si può definire eccezionale?

"La pioggia continua che si è abbattuta sul ravennate per trentasei ore, non fortissima, non è un evento particolarmente eccezionale. Forse lo è stata in certe zone di montagna e di collina, ma qui in pianura non si è verificato qualcosa di straordinario rispetto a quanto accaduto in passato".

Perché allora le conseguenze e i danni sono stati così eccezionali?

"Le cause sono state diverse, anche il fatto che una pioggia così prolungata sia caduta su una zona molto estesa. Ecco quello non accade tutti i giorni. Il problema maggiore però ha riguardato la ricezione del reticolo dei fiumi e dei corsi d’acqua che non è stato in grado, in molte zone, di far defluire l’acqua verso il mar".

I corsi d’acqua sul nostro territorio hanno esattamente lo scopo di far defluire l’acqua verso il mare. Perché non è successo?

"I problemi della rete idrica non sono recenti e la situazione si esaspera sempre più per la continua urbanizzazione del territorio. L’acqua è convogliata sempre più in questi corsi d’acqua che purtroppo sono maltenuti".

Cosa intende per maltenuti?

"I nostri fiumi sono molto stretti e dovrebbero essere puliti, così da consentire all’acqua, in occasione di eventi del genere, di defluire a mare molto rapidamente. Se l’alveo del fiume non è pulito, soprattutto dove è stretto, come è successo ad esempio a Boncellino, si verificano i fenomeni degli ultimi giorni. Abbiamo un reticolo fluviale artificiale, controllato da argini, che deve svolgere la sua funzione e può farlo solo se continuamente pulito. Non possiamo avere tutto, cioè l’aspetto naturalistico e quello legato alla sicurezza idraulica".

Significa che bisogna eliminare il verde?

"Manutentare la rete idrica significa sfalciare l’erba all’interno degli argini, eliminare tutta la vegetazione arbustiva perché nel caso di piena agisce come un freno, blocca la massa d’acqua, fa diminuire la velocità e fa montare il livello in quella sezione di fiume, così è facile si verifichi un’esondazione. Non è bello eliminare la vegetazione ma è l’unica. Il nostro è un reticolo artificiale che deve essere mantenuto bene per la funzione che deve svolgere".

C’è chi dà la colpa alle nutrie, al fatto che continuano a indebolire gli argini. È così?

"Le nutrie di sicuro non fanno bene agli argini con i loro buchi. Però in queste ore ho visto l’acqua negli argini: era davvero tanta e non si muoveva in maniera sufficientemente veloce verso il mare. Forse localmente le nutrie hanno contribuito, ma non darei a loro tutta la colpa".

Si poteva prevedeva quello che è successo?

"Difficile dare una risposta: fino a poco tempo fa si parlava di siccità, ora siamo reduci da una inondazione. A volte una concatenazione di fattori ha esiti negativi".

La rete idrica ha mostrato tutte le sue debolezze. Il terreno ha tenuto?

"Attorno a Lugo l’acqua è stata filtrata perfettamente dai campi, i fossi della bonifica di drenaggio hanno poca acqua, meno della metà della loro profondità, almeno per quello che ho visto di persona. Gran parte dell’acqua è finita nel reticolo principale dei nostri fiumi: qualcosa è andato storto nel sistema di drenaggio, nel modo in cui, cioè, l’acqua è arrivata al fiume".

Da dove si dovrebbe partire per evitare che si ripeta un fenomeno del genere?

"Io comincerei a ragionare anche sulla normativa che consente o meno la pulizia degli argini. Questi alvei sono stati costruiti per una funzione precisa, cioè proteggere il territorio. Bisogna anche rivedere le sezioni fluviali perché sono troppo strette e hanno ceduto in questa fase di piena, vanno ripensate, allargate. Però si continua sempre a ragionare nell’ottica dell’emergenza".

Ricorda quando è accaduto un episodio simile sul nostro territorio?

"Qualche anno fa, da quello che ricordo, ci furono precipitazioni simili, mentre ora veniamo da un periodo secco. È comunque difficile quantificare. Un paio di anni fa abbiamo effettuato uno studio sull’andamento degli eventi estremi, per quanto riguarda la piovosità, nel ravennate e mentre in Italia ci sono zone in cui questi eventi estremi, sempre legati alla pioggia, sono aumentati, qui non è accaduto".

Annamaria Corrado