REDAZIONE RAVENNA

L’analisi del meteorologo Randi: "Il peggio ormai è alle spalle. Lamone e Senio fiumi in difficoltà"

L’esperto: "Venerdì sono caduti 150-160 millimetri di pioggia, quando in un mese la media è di 80-85". Non esiste "il rischio zero. Dopo il 2023 l’Appennino è un territorio più fragile. Frane, a giorni il quadro" .

Alcuni cittadini a Traversara, frazione di Bagnacavallo, sul ponte che si trova sopra il fiume Lamone (foto Fabrizio Zani)

Alcuni cittadini a Traversara, frazione di Bagnacavallo, sul ponte che si trova sopra il fiume Lamone (foto Fabrizio Zani)

Pierluigi Randi, tecnico meteorologo, possiamo dire che il peggio è alle spalle?

"Sì. Domani (oggi, ndr) è prevista una breve fase di instabilità, poi lunedì dovrebbero esserci episodi sporadici di pioggia. Il giorno peggiore è certamente stato venerdì".

Numericamente la pioggia di giovedì e venerdì che livello ha raggiunto?

"I territori più colpiti sono stati quelli nell’alta valle del Lamone e del Senio, con pioggia caduta in 24 ore, venerdì, tra i 150 e i 160 millimetri e fino a 250 nelle due giornate. Il problema dei 160 millimetri è che 60-70 sono caduti in 3-4 ore: fossero stati spalmati nell’arco dell’intera giornata la cosa sarebbe stata più gestibile".

In media quanto piove in queste zone?

"In un mese tra gli 80 e gli 85 millimetri".

Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, in un video su Facebook ha detto che un evento del genere era di fatto impronosticabile, suscitando commenti che le lascio immaginare. Lei, da esperto, conferma questa valutazione?

"L’evento temporalesco era stata ben previsto, ma con un maggiore interessamento dei bacini del Bolognese e dell’Imolese. Invece l’evento peggiore c’è stato nel Ravennate e nel Forlivese. Ma è normale questo sfasamento spaziale".

Insomma, lo sfasamento è giustificabile?

"Sì, non è possibile collocare con esattezza un temporale, che per i previsori è una brutta bestia proprio per questo motivo. Quindi, ripeto, la previsione era ben inquadrata. Poi ok, nell’area vicino al Lamone l’allerta era arancione, ma è sempre un avviso di una situazione preoccupante".

A creare maggiori problemi sono stati i fiumi, mentre di frane si è parlato poco.

"Smottamenti ce ne saranno certamente stati, ma per avere un quadro più chiaro bisognerà aspettare qualche giorno. I fiumi hanno dato problemi, anche perché in qualche caso c’erano lavori di ricostruzione degli argini che non si erano ancora consolidati".

Sui social c’è chi ha scritto che in questi due anni non sono stati fatti i lavori necessari: lei che ne pensa?

"Sono commenti qualunquisti. Io abito in una zona vicina a Senio e Lamone e i lavori sono stati fatti dal 2023 ad oggi. Il fatto è che non erano stati eseguiti prima del 2023, per cui partiamo in ritardo. E il rischio zero non esiste. Dobbiamo ridurlo, e ricordare che dopo gli eventi del 2023 e 2024 il nostro territorio è più fragile".

Ci dobbiamo aspettare altri eventi del genere a breve?

"Possiamo fare previsioni solo su un arco di 7-8 giorni. Eventi simili sono più frequenti in primavera e autunno".

Era prevedibile la maxi-catasta di legna finita sotto al ponte di Mezzano?

"Sì, perché oltre alla legna tagliata, la pioggia ha trascinato da monte fin sul letto del fiume rami e tronchi".

Luca Bertaccini