
Alvaro Ancisi
Buio pesto con qualche raggio di luce, la perdita di un consigliere per il Pd e il "risultato lusinghiero" ottenuto. Passata la notte elettorale, il candidato sindaco di Ravenna per Lega-Popolo della famiglia-Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, analizza il voto. Per il quale non si era fatto grande illusioni: "Noi non abbiamo mai detto che avremmo vinto le elezioni", lo hanno fatto altri nel centrodestra per "far credere che il loro simbolo fosse vincente a danno degli altri non secondari oppositori". Il senso politico "generale" è che "non cambia niente a Ravenna e bisogna combattere, da domani, non più solo in campagna elettorale, innanzitutto perché non peggiori, come è sempre stato da 55 anni". E "impegnandosi, anche notte, perché migliori".
Il Pd – prosegue – è partito "stradominante a Ravenna, anche grazie al suo carro di alleati in soccorso del vincitore", con il 60,5%; la coalizione "al potere nel governo nazionale", con l’aggiunta del civismo, dal 36,8%. "È stato quindi fuori posto dire ‘vinco solo io’, ‘io sono l’unica alternativa’", così come "l’insistito accaparramento di transfughi, che ha danneggiato soprattutto noi, con lo specchietto delle maggiori opportunità, anche se molto eventuali, di essere eletti consiglieri comunali".
Il "raggio di luce" è il calo del "blocco del Pd" al 58,15%, "perdendo anche un consigliere comunale. Quello residuo del centrodestra e affini al 25%". A livello personale, Ancisi,"stretto tra due corazzate" dice che "non ne è stato, con le forze che lo hanno sostenuto, schiacciato, avendo, benché a mani nude, raccolto un risultato lusinghiero". Rispetto alle precedenti elezioni comunali, "la crescita è stata quasi del 30%", con il terzo posto nella classifica tra le 16 formazioni elettorali. Per il consiglio comunale, conclude Ancisi, è "un buon segno che la mia presenza si sia raddoppiata con l’elezione di Gianfranco Spadoni, prestigiosa per le sue competenze e capacità politico-amministrative, ma anche per l’ispirazione etico-sociale che lo distingue".