REDAZIONE RAVENNA

L’Annuale della morte di Dante Alighieri "Si rinnova l’amore della città per il Poeta"

Ieri la cerimonia per il 702esimo anniversario. Folla di ravennati e turisti al corteo che è arrivato fino alla Tomba dove Marco Martinelli ed Ermanna Montanari hanno declamato un canto dell’Inferno. La mattinata si è chiusa con la tradizionale offerta dell’Olio.

L’Annuale della morte di Dante Alighieri "Si rinnova l’amore della città per il Poeta"

Dalla sala dantesca della Biblioteca Classense hanno preso avvio ieri le celebrazioni per il 702esimo annuale della morte del Sommo Poeta, con un programma che ha testimoniato il profondo legame con il padre della lingua italiana che qui trovò asilo e completò l’ultima cantica della Divina Commedia. Sono intervenuti il sindaco di Ravenna Michele de Pascale "è una bellissima giornata, che rinnova l’amicizia fra Ravenna e Firenze e l’amore della nostra città per Dante" e il vicesindaco di Firenze, Alessia Bettini "siamo custodi ed eredi di un patrimonio storico artistico universale, che dobbiamo custodire e trasmettere ai giovani". Erano presenti l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia, il prefetto Castrese De Rosa, i sindaci dei Comuni della provincia, i rappresentanti delle forze dell’ordine, l’arcivescovo Ghizzoni. La Prolusione, intitolata ’I sandali di Dante’, è stata tenuta da Paolo Nori, scrittore, traduttore ed esperto di letteratura russa. Nori ha citato la poetessa Achmatova, che studiava l’italiano leggendo Dante, e il poeta Osip Mandel’štam che si è portato nel gulag il testo dantesco nel momento più tragico della sua vita. Il titolo della prolusione è una citazione proprio da Mandel’štam: "quante suole di cuoio, quanti sandali, ha consumato Dante per scrivere la Divina Commedia?". "Perché Dante per me non è un intellettuale – spiega Nori –, per me è fatica, è ‘duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale’, citando Cacciaguida. E allora, qual è il ruolo dell’intellettuale: è scrivere delle cose belle". Dalla Classense è partito il corteo, ad attenderlo alla Tomba di Dante ci sono Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, con i cittadini della chiamata pubblica che hanno declamato il Canto II dell’Inferno. Montanari ha dato voce anche a una poesia di Nevio Spadoni dedicata all’alluvione, la ‘fiumana’. "L’annuale dantesco – dicono i due artisti – è memoria viva per la poesia di Dante".

Quindi, dal balcone del Palazzo della Provincia l’attrice Isabella Ragonese ha recitato il Canto V dell’Inferno e le note del Coro Ludus Vocalis, diretto da Elisabetta Agostini, hanno accompagnato l’ingresso nella basilica di San Francesco per la messa presieduta dal vescovo emerito di Verona, Giuseppe Zenti. La mattinata si è chiusa con la tradizionale offerta dell’Olio alla Tomba di Dante. "Anche quest’anno – commenta Sbaraglia – la risposta della città è stata assolutamente affettuosa e appassionata. Come amministrazione comunale dobbiamo far sì che questa cerimonia si prolunghi nel tempo sempre ad altissimi livelli".