REDAZIONE RAVENNA

L’Antica Macelleria in liquidazione giudiziale

È lì dentro che fu trovato impiccato il socio 64enne Domenico Montanari: il fascicolo per il suo omicidio è ancora aperto

L’Antica Macelleria in liquidazione giudiziale

Per la procura, una scena del crimine. Per i faentini, un luogo capace di evocare un ricordo triste. Perché è la dentro che all’alba del 25 luglio 2019, un giovedì, fu trovato morto impiccato il macellaio 64enne Domenico Montanari.

Per l’’Antica Macelleria’ di corso Matteotti a Faenza è ora arrivata una sentenza di apertura di liquidazione giudiziale. Il giudice delegato Elisa Romagnoli ha fissato per metà febbraio l’udienza nella quale dovranno incontrarsi tutti i creditori. E dalla quale emergerà insomma la consistenza del passivo. Certo, non è la prima volta che un’attività del territorio si trova a dovere fare i conti con una dirompente crisi di liquidità. In questo caso la particolarità arriva dal fatto che ci troviamo di fronte a un luogo che potremmo considerare ’storico’, almeno sotto il profilo delle investigazioni criminali.

Del resto è bene ricordare che sulla sorte del 64enne è ancora aperto un fascicolo per omicidio volontario in concorso. Due gli indagati: un 40enne albanese domiciliato nella città manfreda (avvocato Luca Donelli). Ma soprattutto un ex vigile urbano del posto, il 53enne Gian Carlo Valgimigli (avvocato Gabriele Bordoni) già noto alle cronache per via di pregresse vicende penali che gli sono costate il licenziamento confermato anche in appello. E torniamo allora indietro fino a quel 25 di luglio: la polizia era partita da ciò che in quel momento era stato inquadrato come il suicidio di uno dei due titolari della blasonata macelleria manfreda, ormai definitivamente provato dai debiti. Per infine canalizzare i suoi sforzi investigativi su ben altro livello. In realtà la prima traccia dell’inchiesta un risultato lo ha già ottenuto: per il decesso del 64enne, il 53enne è già stato processato e condannato con condanna passata in giudicato per morte come conseguenza dell’usura. Sì, perché quando gli investigatori della squadra Mobile erano giunti sul posto avevano recuperato alcuni bigliettini manoscritti nei quali il defunto aveva fatto diretto riferimento proprio all’ex vigile. Da quelle carte era stata via via ricostruita una fitta trama di prestiti e assegni. La magistratura era arrivata a ipotizzare che il 53enne si facesse cambiare dal macellaio sia i propri assegni che quelli compilati da altre persone tra suoi debitori o addirittura di terzi. Dopotutto al momento del suicidio l’ammanco di cassa era stato stimato in circa 130 mila euro.

In ogni caso l’ultimo sussulto legato a quel posto lascerà più di un faentino con l’amaro in bocca. E dire che l’Antica Macelleria, aperta nel lontano 1954, nel 2017 era stata inserita nell’albo comunale delle botteghe e dei mercati storici di Faenza: con la possibilità dunque di esporre il marchio di merito di ’Bottega Storica dell’Emilia-Romagna’.

Andrea Colombari