FILIPPO DONATI
Cronaca

L’antisistema, Nicola Grandi: "Nessuna coop dietro di noi. Rialzeremo la Torre Civica"

Corre per Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna: "Siamo volontari, non ci presentiamo al fianco di consigli di amministrazione". E sul Classis: "Tanti investimenti, ma non funziona".

Corre per Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna: "Siamo volontari, non ci presentiamo al fianco di consigli di amministrazione". E sul Classis: "Tanti investimenti, ma non funziona".

Corre per Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna: "Siamo volontari, non ci presentiamo al fianco di consigli di amministrazione". E sul Classis: "Tanti investimenti, ma non funziona".

Donati

Trentanove: sono i metri d’altezza cui Nicola Grandi, candidato sindaco per Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna, intende spingere la Torre civica di via Ponte Marino, riportandola al livello che aveva fino al 2000, quando la porzione superiore fu asportata per ragioni di sicurezza, abbassandola a quota 26 metri.

Consigliere Grandi, ‘Make Torre Civica Great Again’, potremmo sintetizzare?

"E’ forse l’elemento del mio programma che balza più agli occhi, lo riconosco. Ma si tratta di una proposta di civiltà: l’intervento del 2000, ancorché motivato dalla sicurezza, per me come per molti ravennati rappresenta una ferita che sanguina ancora. In quale altra città italiana abbiamo visto abbattere dei monumenti negli ultimi decenni? Ecco allora la mia proposta: oggi esistono tecnologie più moderne per riposizionare al suo posto la metà superiore della Torre, che giace in un deposito. E per fare sì che possa essere permanentemente visibile l’immagine della ‘Mariola’".

Benché si sia candidato forte di ormai molti anni di presenza in consiglio comunale, la sua campagna elettorale è partita con un certo ritardo rispetto a Barattoni e Ancisi. A quanti ravennati confida di essere arrivato?

"A tutti quelli cui penso fosse possibile, tendenzialmente a un buon 80%. Non c’è stato posto in cui non conoscessero già le mie proposte. Detto questo, la potenza di fuoco del Pd è oggettivamente inarrivabile. Ringrazio per il loro grande sostegno sia Fratelli d’Italia che Forza Italia, oltre che Viva Ravenna. Parliamo di persone che si sono lanciate in quest’avventura come volontari, noi non ci presentiamo con al fianco i cda di una decina di partecipate e cooperative. E ne vado fiero: sono contento di non appartenere a quel sistema".

Ha proposto un ‘festival identitario della città’. Qualcuno dirà che volete mettere le mani sulla cultura, ne è consapevole?

"Quel che immagino non è un secondo Ravenna Festival – il quale è perfetto così com’è – ma un Festival di Ravenna. Una rassegna insomma pensata non per portare in città le produzioni nate altrove, il che, lo ripeto, va benissimo, ma per raccontare Ravenna a chi viene qui per conoscerla, da Apollinare fino al presente".

Nel suo programma è netta la bocciatura del Classis, non è così?

"Lo dicono i numeri: nonostante i corposi investimenti il museo non è stato minimamente in grado di sostenersi economicamente, mancando il bersaglio delle aspettative. La nostra proposta è di trasferirvi i mosaici oggi conservati a Tamo, anch’essa una cattedrale nel deserto, a fronte delle potenzialità".

E’ stato accusato di pianificare una deriva securitaria per aver proposto una recinzione attorno ai giardini Speyer: sostiene ancora quella proposta?

"Certo: i giardini pubblici sono già circondati da un muro di cinta, faccio notare, e non mi risulta che nessun ravennate abbia mai pensato per questo di vivere in un regime di polizia".

Fra le sue proposte spiccano uno Sportello del senso civico, attraverso il quale offrire bonus a chi fa volontariato, e una Banca del Tempo con cui erogare servizi gratuiti tramite Carta d’identità elettronica. Due idee quasi ‘grilline’, non trova?

"In una città in cui vota il 48% dei cittadini credo occorra una terapia d’urto. A Ravenna la partecipazione è finta: le petizioni vengono ignorate, i consigli territoriali sono una farsa, i referendum non sono neppure mai stati convocati. Mi piace parlare a tutto l’elettorato: sono qui per questo, no? Il mio dna è sequenziato: in passato sono stato candidato con Lista per Ravenna e Viva Ravenna, non è un mistero. Ma votai per Alleanza Nazionale già ai tempi del primo Gianfranco Fini".