"Lascio Chimica in ottime mani"

Il prof Daniele Nanni, ex coordinatore del corso di laurea, ha passato il testimone a Mauro Comes Franchini

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Dopo dieci anni da coordinatore e oltre venti di carriera a Faenza nel corso di laurea in Chimica e Tecnologie per l’Ambiente e per i Materiali, Daniele Nanni ha passato il testimone a Mauro Comes Franchini.

Prof Nanni, come è nata Chimica dei materiali a Faenza?

"Il corso di laurea triennale venne attivato nel 2001 quasi per scommessa. Pensare di organizzare un corso di laurea con l’intento programmatico di gestirlo assieme al territorio nel quale doveva nascere e per lo sviluppo di quello stesso territorio, era un’idea quasi rivoluzionaria, tant’è che il corso è rimasto per parecchi anni una mosca bianca nel panorama universitario italiano e, ancora oggi, gli esempi di questo tipo, che funzionano, sono davvero pochi".

Qual era la vera novità?

"Si partì con l’idea di affiancarsi agli enti di ricerca già presenti come il Cnr e l’Enea e, soprattutto, al mondo produttivo per costruire l’anello mancante della catena scientifico-tecnologica faentina, cioè la formazione universitaria, la presenza di un partner che potesse formare figure professionali già in grado di inserirsi nel mondo produttivo locale: è stato un successo".

Perché?

"Fin da subito i nostri laureati si sono inseriti sia nel mondo del lavoro del territorio che in quello della ricerca, con ottime statistiche occupazionali che perdurano ancora oggi, anche se ovviamente, nel frattempo, il mondo è parecchio cambiato e i percorsi a disposizione dei nostri laureati si sono moltiplicati".

Che riscontri avete avuto?

"Quel che mi dà più gioia è visitare le aziende e incontrare tanti nostri laureati che ricoprono ruoli di responsabilità: la gratitudine di questi ex studenti, il bel rapporto che resta anche dopo la fine del percorso di studi, la loro soddisfazione per il percorso svolto e l’aver formato figure davvero di interesse per il mondo produttivo sono una gratificazione che ripaga tutti gli sforzi e le fatiche di questi anni".

Perché Faenza?

"A Faenza c’è una realtà unica nel suo genere, rappresentata da una filiera completa, della quale l’università è uno dei tasselli, che accompagna i giovani dagli studi alla professione e costituisce quell’elemento di contatto tra accademia e mondo produttivo che è fondamentale per lo sviluppo economico e sociale di un territorio. Il Dipartimento, poi, gestisce a Faenza anche il Master in Materiali Compositi, che è presente ormai da otto anni".

E lei in tutto questo?

"Ho dato il mio contributo al corso per più di vent’anni: prima come docente, ma presto anche affiancando il coordinatore storico del ‘progetto Faenza’, il prof Angelo Vaccari, al quale si deve praticamente tutto, e infine come responsabile della sede dal 2008. Mi avvio alla pensione con rammarico ma senza rimpianti, innanzitutto perché ritengo di essermi impegnato a fondo e, nel mio piccolo, di aver fatto il possibile per lo sviluppo della sede. Poi perché sono convinto di lasciarla in ottime mani: il prof Mauro Comes Franchini, che mi ha sostituito a partire dagli inizi di novembre, ha lo stesso entusiasmo che ha sempre contraddistinto i colleghi coinvolti nella gestione della sede di Faenza e quindi sono convinto che saprà portare il corso a risultati sempre più eccellenti. Vorrei ringraziare a tutte le persone che in questi anni hanno dato apporti per lo sviluppo del corso, partendo dai colleghi per arrivare fino agli enti amministrativi e agli imprenditori che hanno creduto in noi e continuano a sostenerci nonostante le avverse congiunture. Cesserò di insegnare ma, se il mio successore vorrà, continuerò a essere la memoria storica di questi anni e resterò a disposizione per qualunque aiuto".

a.v.