L’Autorità ecclesiastica sia meno rigida e più incline al dialogo

Viene da chiedersi perché ci siano tante diserzioni nella Chiesa anche locale e scarsità di vocazioni sia maschili che femminili, anche se a pochi interesserà una simile domanda e le problematiche relative. Ebbi occasione di parlarne un giorno col compianto Enzo Tramontani, già parroco di Campiano, poi ridotto allo stato secolare anche se non ‘sospeso a divinis’.

Il fenomeno non è solo recente; già durante e dopo la fine del Concilio Ecumenico Vaticano secondo ha cominciato a dilagare, preoccupando seriamente un Papa come Paolo VI per tanti abbandoni della talare. Poi arrivò il ‘68 con la messa in discussione del principio di autorità e la contestazione generale che ha visto anche ‘profeti’ come Don Milani criticare il vecchio sistema scolastico ed ancor prima i discorsi accesi di don Primo Mazzolari e di Padre Ernesto Balducci e di Padre David Maria Turoldo, per citarne solo alcuni, anche se costoro non abbandonarono la talare e non contestarono mai la Chiesa in quanto tale.

Ora, venendo all’oggi, è vero che il benessere ha infiacchito un po’ tutti e ci ha portato all’idolatria del consumo, ma tanti si allontanano dalla Chiesa per colpa dei sacerdoti non sempre esemplari, non sempre adeguatamente preparati sul piano culturale e pastorale ad affrontare le problematiche dell’oggi, e di una gerarchia a volte invadente e poco disposta ad ascoltare le voci di tutti. Molti laici si sentono infatti trattati da minorenni, non valorizzati, con scarsa voce in capitolo, ed avvertono che le loro coscienze sono spesso imbavagliate da norme e leggi magari desuete e comunque discutibili. Forse sarebbe il caso che le autorità ecclesiastiche fossero più disponibili al dialogo, alla comprensione, all’ascolto, e meno inclini a comportamenti rigidi e a volte poco umani. Non sempre c’è l’attenzione dovuta ai bisogni concreti della gente, e sembra che la regola valga più della persona. Anche la nostra diocesi di Ravenna e Cervia, purtroppo, soffre di queste mancanze: preti che hanno abbandonato il loro ministero, altri se ne sono andati per percorsi diversi di vita religiosa, altri sono deceduti e molti sono gli anziani e i malati. Vi sono preti con quattro parrocchie da gestire, e diverse chiese della nostra città sono state chiuse al culto ordinario. Mi risulta che il seminario sia pressoché vuoto. Ora, senza che si ceda al disfattismo, credo sia giunto il momento di una seria interrogazione e messa in discussione di tante cose. Ma temo che la mia sia una voce nel deserto.

Nevio Spadoni