Lavoro Ravenna, mancano operai agricoli

Giancarlo Minguzzi è uno dei più grandi produttori di frutta del territorio: "A destare preoccupazione è la mancanza di manodopera specializzata"

Giancarlo Minguzzi

Giancarlo Minguzzi

Ravenna, 212 maggio 2022 - Giancarlo Minguzzi, associato a Confagricoltura Ravenna, è uno dei più grandi produttori di frutta del territorio. Le sue aziende agricole sono sparse un po’ in tutta la provincia, tra Alfonsine, Solarolo e Savarna. La frutta rappresenta l’80 per cento della produzione che arriva a 100mila quintali su base annua. Da adesso fino all’inizio dell’estate, si susseguono le raccolte di albicocche, pesche nettarine e susine. Poi, già in agosto, si comincia con mele e pere, una raccolta che prosegue fino a novembre.

"Ogni raccolta ha le sue particolarità – racconta Minguzzi –. La più semplice è senza dubbio quella delle pere che avviene in un’unica tornata. Per gli altri frutti, invece, serve una maggiore attenzione e osservazione per capire quando il frutto non è ancora pronto per essere staccato dalle piante. La più difficile è l’albicocca perché occorre valutare la sfumatura del colore, e la raccolta avviene in almeno 4 diverse tornate. Per diventare esperti, servono almeno due anni di formazione".

Come tanti altri colleghi, Minguzzi è fiducioso sull’andamento della stagione che si prospetta buona dal punto di vista sia della qualità che della quantità. Il 60-70 per cento della sua produzione è destinato all’export europeo, in primis verso la Germania.

"La Romagna – aggiunge – è una grande produttrice di frutta e, grazie alle moderne tecniche dell’agricoltura, ormai è difficile produrre frutta scadente". In generale, per far fronte alle numerose raccolte, all’azienda Minguzzi servirebbero circa 150 operai agricoli che al momento non sono però disponibili. Ne manca infatti circa un terzo, una percentuale che è in linea con le stime effettuate da Confagricoltura a livello regionale. A destare preoccupazione è soprattutto la mancanza di manodopera specializzata con patenti speciali e attestazioni particolari: trattoristi, meccanici, carrellisti ... .

"L’impressione – commenta Minguzzi – è che molti lavoratori siano per così dire migrati verso altre attivitrà, in particolare quelle edilizie, in forte espansione a seguito dell’avvento del super bonus 110 per cento. Cosa si può fare per rimediare? Puntare sulla formazione di nuove persone prevedendo anche corsi di lingua italiana, visto che il comparto agricolo attira molti stranieri. Può essere pericoloso avere operai che non capiscono neanche le indicazioni di base in italiano… Più semplice invece è reperire manodopera non specializzata. Arrivano soprattutto uomini, ma va detto che le donne in genere sono più precise nella frutticoltura. Abbiamo anche cercato di offrire posti alle profughe ucraine che però hanno poca disponibilità per via dei bambini piccoli da accudire".