Il singhiozzo è un disturbo banale ma fastidioso, dovuto a contrazioni involontarie del diaframma. Un tempo si credeva fosse provocato da un forte spavento; per eliminarlo la ‘cura’ consisteva nel provocare uno spavento altrettanto forte così da ristabilire l’equilibrio. Ad esempio, si batteva a sorpresa con mano pesante sulla schiena del singhiozzante. Altri sistemi consistevano nel trattenere il fiato o bere da 7 a 9 sorsi d’acqua con zucchero, aceto e limone. C’era chi consigliava di trattenere il respiro, recitando per tre volte in un solo fiato una filastrocca curativa: "Singiòz, singiòz, le ranëla ‘t e’ póz, la râma ‘t e’ fig, singiòz l’è sparì" (Singhiozzo, singhiozzo, la rana nel pozzo, il ramo nel fico, il singhiozzo è sparito).
Beppe Sangiorgi