Le maxi discariche post alluvione. Smaltiti i rifiuti, resta il fango: "Dovrà essere analizzato"

In tutta la Romagna Hera ne ha raccolti 80mila metri cubi, perlopiù nel Ravennate, a Faenza e a San Pancrazio. Il direttore Renato: "Occorre definire se quella montagna di materiale può essere rimessa in circolazione o no".

Le maxi discariche post alluvione. Smaltiti i rifiuti, resta il fango: "Dovrà essere analizzato"
Le maxi discariche post alluvione. Smaltiti i rifiuti, resta il fango: "Dovrà essere analizzato"

I rifiuti sono stati smaltiti, ma ora mancano i fanghi. E non è una cosa da poco, perché equivalgono circa a una volta e mezzo tutti i materiali già trattati finora.

L’emergenza alluvione che ci ha colpiti a maggio ha lasciato alle sue spalle il grosso problema dei rifiuti: mobili, auto e ricordi di una vita diventati inutilizzabili o irriconoscibili dopo il passaggio dell’acqua, finiti irrimediabilmente in grossi mucchi di immondizia. Dopo un’estate difficile, alle prese con i grossi siti di stoccaggio nati dall’oggi al domani - e con l’incendio che ha colpito quello di Mezzano -, ora i materiali solidi e ingombranti sono stati smaltiti. Ma il lavoro non è finito, come spiega il direttore centrale dei Servizi ambientali e flotte del gruppo Hera Giulio Renato: "La parte dei rifiuti è quasi completata, abbiamo pulito le strade e dismesso tutto. Li abbiamo portati in impianti di smaltimento in regione abilitati a quel tipo di trattamento, sono stati tutti triturati e smaltiti".

Capitolo diverso è quello del fango, il vero incubo per tanti alluvionati: in tutta la Romagna Hera ne ha raccolti circa 80mila metri cubi, di cui la maggior parte nel Ravennate e una parte minore anche nel Cesenate. "È un misto tra fango e rifiuti e stiamo cercando di capire come gestirlo. Non verrà smaltito nei soliti impianti, ma saranno fatte delle analisi da parte della Regione con Atersir e la struttura commissariale, in convenzione con noi e Arpae – prosegue Renato –. Occorre definire se quella montagna di fango è rifiuto o no, e quindi come gestirla: dove troveremo tanti rifiuti tutto verrà smaltito, dove ci sono alcuni sacchetti o oggetti verrà ripulito ed eseguita un’analisi chimica dei materiali". Si cercherà di capire con le analisi se il fango contiene o meno delle sostanze nocive. Laddove non vengano rilevate, sarà possibile rimetterlo in circolazione, al contrario invece sarà smaltito come rifiuto in impianti appositi.

Nel nostro territorio, dopo la dismissione della discarica di Mezzano, qualcosa rimane a San Pancrazio e soprattutto a Faenza, nell’area del cantiere delle Perle: "Era divisa in rifiuti e fanghi – aggiunge Renato –. I primi non ci sono più. Stiamo anche portando avanti alcune operazioni di pulizia: quella è un’area privata e la riconsegneremo al proprietario così come ci è stata affidata. Tra l’altro l’evento ventoso di luglio ci ha creato difficoltà, perché ha sparso i rifiuti in giro per la zona, nei parcheggi poco lontani. A San Pancrazio invece è rimasto poco e niente, anche lì solo un po’ di fanghi". Un altro problema, soprattutto a Faenza, è quello dei rifiuti ingombranti abbandonati in strada anche mesi dopo l’alluvione e dopo i passaggi speciali dei mezzi di Hera: "Abbiamo contato circa una quarantina di cumuli, alcuni dei quali nati anche dopo metà luglio. A crearli sono state persone che sono rientrate nelle loro case alluvionate dopo la pulizia straordinaria che avevamo fatto, e anche da qualcuno che si è comportato in maniera poco onesta. A Faenza in generale abbiamo lavorato molto: c’erano zone coperte di fango in cui abbiamo dovuto attendere prima l’intervento della Protezione civile".

Sara Servadei