"Le scuse del sindaco non bastano Ecco perché sabato protesteremo"

La ripartenza del cantiere sul ponte di Grattacoppa non ha fatto cambiare idea ai residenti della zona. L’organizzatrice della manifestazione: "Da Pasqua non si è messo nulla e nessuno ci ha spiegato il perché"

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Il Comune lo ha annunciato martedì, dopo giorni di veementi polemiche online dei cittadini di Torri e Savarna: "Sono ripartiti i lavori sul ponte sul Lamone", quello di Grattacoppa. Si tratta della struttura costata 2 milioni e 880mila euro chiusa per il cantiere dall’8 marzo 2021 e la cui riapertura (inizialmente prevista per lo scorso marzo) è più volte slittata e ora è prevista dal Comune per l’inizio del 2023. Nei giorni scorsi i cittadini hanno anche annunciato una protesta sui due lati del ponte che si terrà sabato. A organizzarla è una residente, Emily Tassinari.

Tassinari, protesterete anche ora che il Comune ha dichiarato la ripartenza del cantiere?

"Sì, non abbiamo cambiato piani. Il sindaco si è scusato, ma ha anche detto che i lavori saranno nuovamente interrotti in attesa di materiali che devono arrivare solo a ottobre. Noi chiediamo ristori adeguati per gli abitanti e le attività e soprattutto una data certa di fine lavori".

Le scuse del sindaco, insomma, non sono state sufficienti

"Non ci bastano. Non vediamo un badile muoversi da subito dopo Pasqua e nessuno ci è venuto a spiegare perché. Sembra che finché non ci arrabbiamo nessuno ci dà spiegazioni. Eppure dobbiamo fare lunghi giri per pochi chilometri, e ora che ricominciano le scuole il problema si accentua per tante famiglie".

Oltre alle scuse pubbliche, c’è stato anche un contatto privato da parte del sindaco nei vostri confronti?

"No, né con me né col Comitato cittadino".

È andata a vedere il cantiere dopo l’annuncio del Comune?

"No, non personalmente. Mi hanno riferito altri di aver visto solo qualche movimento. Ciò che penso è che se i materiali ancora non sono arrivati, allora ciò che si sta facendo ora lo si poteva fare anche prima".

L’annuncio, insomma, non ha placato la rabbia

"Non direi rabbia. Siamo un po’ stanchi, ci sentiamo disillusi e presi in giro. Sicuramente il lavoro del sindaco non è semplice, ma le questioni che languono vanno curate. Nel Ravennate in pochi mesi tante opere sono iniziate e terminate: rotonde, cantieri. In via Sant’Alberto, vicino ai Tre ponti, deve sorgere un nuovo supermercato: lì lavorano, i materiali quindi ci sono. Perché non per il ponte?"

Mancano dieci giorni alle elezioni. Protestate ora anche per questo?

"Precisamente".

Come si svolgerà la manifestazione sabato?

"Due cortei si snoderanno da piazza Italia a Savarna e dal piazzale antistante il circolo arci di Torri. Entrambi avanzeranno verso lo sbarramento del ponte, in una sorta di riunione virtuale. Affiggeremo due cartelloni con l’hashtag che è diventato il nostro cavallo di battaglia, #finiteilpontedisavarna, e le nostre richieste".

Sara Servadei