Lesioni da stress in clinica, chiesti 4 mesi

Ettore Sansavini, presidente della Maria Cecilia Hospital spa, è imputato per la malattia professionale di 339 giorni di una ex dipendente

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La malattia professionale di una ex dipendente del Maria Cecilia di Cotignola, per un totale di 339 giorni, è costata il processo per lesioni da stress sul lavoro a Ettore Sansavini, 75enne di origine forlivese, ma residente a Cotignola, in qualità di presidente della società Maria Cecilia Hospital spa. E nell’udienza di ieri mattina, davanti al giudice Tommaso Paone, il pm Monica Gargiulo ha chiesto la condanna a quattro mesi per Sansavini, richiesta a cui si è accodata la parte civile, l’avvocato Alessandra Cavina che tutela la ex dipendente, una 43enne di Lugo. Gli avvocati Giovanni Scudellari e Lorenzo Marangoni di Milano, che difendono Sansavini, hanno invece chiesto l’assoluzione.

Durante il dibattimento è emersa la figura di una collega della 43enne, sua diretta superiore, con ruolo definito "egemonico" e con "stile di leadership abusante e punitivo" che avrebbe indotto nella lavoratrice "insorgenza della patologia di disturbo dell’adattamento" con sintomi già "dal febbraio 2014" e riconosciuta quale "malattia professionale nell’agosto 2016" al reparto di neuropsicologia professionale-medicina del lavoro di Milano. Del resto si sarebbe creato un clima "penalizzante, critico, ipercontrollante e mai collaborativo". In tutto questo, Sansavini è stato tirato in ballo in qualità di datore di lavoro: e come tale – prosegue l’accusa – avrebbe violato la norma sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Ovvero non avrebbe valutato in maniera adeguata il rischio da stress da lavoro tanto più che i due documenti che affrontavano l’argomento – uno del giugno 2011 e l’altro del febbraio 2016 – sarebbero stati formulati senza coinvolgere i lavoratori o loro rappresentanti. E non sarebbero stati applicabili né ai dirigenti né alla coordinatrice diretta superiore della 43enne.

Da qui la richiesta del pm Gargiulo di condannare Sansavini a quattro mesi. Ieri in tribunale, in particolare, il pm ha sottolineato l’esistenza di una condotta omissiva da parte di Sansavini per quanto riguarda la valutazione dei rischi e le tensioni in mabito lavorativo che hanno creato difficoltà psicologiche fino ad arrivare a un vero e proprio disturbo per la 43enne lughese ex dipendente del Maria Cecilia. Per contro la difesa, rappresentata dagli avvocati Scudellari e Marangoni, ha chiesto l’assoluzione di Sansavini che all’epoca dei fatti non era presidente della società Maria Cecilia Hospital spa. Inoltre, il documento di valutazione dei rischi era stato da lui redatto in modo corretto, prevedendo rischi da stress lavorativo, proprio in merito al reparto reception dove lavorava la 43enne, con tanto di corsi di formazione per dipendenti e capoufficio per migliorare i rapporti fra di loro. Le condotte che la ex dipendente, inoltre, considera "vessatorie", per la difesa erano "semplicissime condotte non vessatorie, di un capoufficio con i dipendenti". Il processo è stato rinviato per repliche e sentenza a inizio ottobre.

m.m.