Ravenna, il liceo vara il registro gender free: "Liberi di sentirsi uomo o donna"

Saranno riconosciute le ’carriere alias’: gli studenti che si identificano in un altro genere verranno chiamati nel modo che si sono scelti

Il preside Gianluca Dradi nel 2019, davanti al murales contro l’omofobia

Il preside Gianluca Dradi nel 2019, davanti al murales contro l’omofobia

Ravenna, 17 maggio 2022 - Sul registro elettronico, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i documenti scolastici: ovunque gli studenti, se lo vorranno, saranno indicati col nome che si sono scelti, nel caso in cui questo sia diverso dall’anagrafe. Il liceo artistico Nervi Severini si prepara a riconoscere le ’carriere alias’: un modo per andare incontro ai ragazzi che non si riconoscono nel genere assegnato loro alla nascita. Di fatto si tratta di accordi tra scuola, studente e famiglia (nel caso in cui il ragazzo o la ragazza siano minorenni) per favorire il benessere psicologico della persona che, vivendo una situazione di varianza di genere, può vedersi riconosciuto il proprio vissuto attraverso il diritto di essere chiamato, almeno nell’ambito scolastico, col nome d’elezione.

Non importa quindi cosa dice l’anagrafe: per la scuola il nome e il genere del ragazzo o della ragazza saranno quelli che lui o lei ha stabilito. "Si tratta di una buona prassi – si legge in una nota della scuola – che evita a queste persone il disagio di continui e forzati coming out e la sofferenza di subire possibili forme di bullismo".

La novità è stata annunciata ieri dalla presidente del Consiglio di istituto Elisabetta Trovisi e dal dirigente scolastico Gianluca Dradi in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, mentre la proposta di un regolamento verrà presentata nel prossimo Consiglio d’istituto, il 30 maggio.

"Ho ricevuto due richieste esplicite nel corso di quest’anno, e mi sono accorto che in questa scuola questa è una componente di studenti che esiste" spiega Gianluca Dradi, il preside arrivato all’artistico lo scorso settembre e che si è sempre mostrato attento alle tematiche della lotta all’omofobia. Celebre un episodio del 2019, quando sul muro del liceo scientifico di cui era dirigente comparve la scritta ’Il preside è gay’: lui si rifiutò di cancellarla per affermare che definire qualcuno ’gay’ non è un insulto, e in seguito la fece coprire con un grande murales con una matita arcobaleno.

Ora la novità della carriera alias all’artistico, che partirà dal prossimo anno, "è la formalizzazione di un’attenzione che già c’era, ma era tutta rimessa alla buona volontà e al buon senso dei singoli insegnanti – spiega –. Ora invece vogliamo che essere chiamati col proprio nome sia un diritto, e non una concessione. Abbiamo a scuola ragazzi che vestono con fogge femminili e ragazze che hanno espresso ai docenti la volontà di definirsi al maschile. C’è anche una persona non binaria (ovvero che non si riconosce né nel genere maschile né in quello femminile, ndr ) che desidera essere chiamata per cognome. Non facciamo niente di innovativo, semplicemente diamo a queste persone un riconoscimento".

E il riconoscimento passa per tre punti fondamentali: l’uso del nome d’elezione nei documenti interni aventi valore non ufficiale e la possibilità di utilizzare sia un bagno ’gender neutral’ che uno spogliatoio non di genere. "Per il bagno la questione è semplice, ne abbiamo diversi a scuola: indicarne uno a questo scopo non è una cosa problematica – aggiunge Dradi –. Per lo spogliatoio invece abbiamo pensato a un’aula magazzino che all’occorrenza, quando serve, potrà essere utilizzata anche per questo".

Il tema dell’inclusività di genere, del resto, è stato portato all’attenzione negli ultimi anni proprio dai giovanissimi: una fetta sempre maggiore chiede di poter scegliere chi essere, riappropriandosi della propria identità. A partire dalla scuola.