Ravenna liste d’attesa, tempi lunghi per colon e gastroscopie. "Ma percorsi per diagnosi veloci"

L’Ausl in difficoltà: la situazione era critica già a fine 2022, anche per la mancanza di medici

Una foto d'archivio nel reparto di Gastroenterologia
Una foto d'archivio nel reparto di Gastroenterologia

Ravenna, 25 settembre 2023 – Mancano tre mesi alla fine dell’anno, termine entro il quale la Regione, come dichiarato a giugno 2022, punta a rientrare nei tempi d’attesa pre-Covid per le prestazioni sanitarie: ovvero il 95% di visite ed esami garantite entro 10 giorni per le priorità, 30 per le visite specialistiche, 70 per la diagnostica e 90 per le mammografie. L’Ausl sostiene di essere riuscita a riprendere il filo per la maggior parte delle prestazioni, ma restano due grandi nodi da risolvere: le colonscopie e le gastroscopie.

"Sono le più critiche – dice Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto sanitario di Ravenna –. La difficoltà per questi due esami è maggiore per problemi di carenza di dirigenti medici che riguardano sia noi che la sanità privata". Il problema si trascina da tempo: già alla fine dell’anno scorso la direzione sanitaria aumentò la dotazione organica del reparto, come dichiarato a dicembre dal primario Alessandro Mussetto. Evidentemente però non è bastato.

In risposta alle difficoltà l’Ausl negli ultimi mesi ha messo in campo due canali per prendere velocemente in cura coloro che presentano i sintomi più preoccupanti. "Per tutelare i pazienti abbiamo due progetti in corso – prosegue Mazzoni –. Il primo si chiama ’Arianna’, e vede la collaborazione dell’Oncologia. Consiste in un filo diretto con i medici di medicina generale, che possono segnalare subito i pazienti con sintomi sospetti, che vengono presi in carico senza attese".

L’altro progetto è gestito direttamente dal reparto di Gastroenterologia, sulla stessa falsariga: "È un percorso individuato dall’unità operativa tramite il quale quando il medico di medicina generale riscontra sintomi sospetti ha a disposizione una mail per concordare con lo specialista come procedere – dice Mazzoni –. Ovviamente la nostra preoccupazione è riuscire a intercettare i quadri più gravi".

Viene da chiedersi quale sia l’origine del problema: c’entra la grossa mole di richiesta del post pandemia, ma principalmente la difficoltà nel reperire i medici. Ed è difficile anche prevedere quando si riuscirà a recuperare il ritardo accumulato nelle liste d’attesa. "Aspettiamo gli specializzandi, le prossime classi sono quelle di novembre – conclude Mazzoni –. Noi ormai ragioniamo in termini di completamento del percorso di studi".