Ravenna Darsena Beer Fest, imprenditori: "E come lo chiamiamo l’evento?"

Gli organizzatori del ’Darsena Beer Fest’: "Il prodotto principale con cui lavoriamo è quello". Incredulo anche Dino Dalfiume del Costa Cafè: "Lo spritz o il gin tonic analcolici non esistono"

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Dalle feste della birra e del vino alle serate in discoteca, dagli aperitivi beverecci agli street bar, dalla musica in spiaggia a quella in centro. Eventi diversi con pubblico diverso, accomunati solo dalla presenza dell’alcol. Eppure si rivolge a tutti l’atto di indirizzo diffuso ieri dalla Prefettura, e nella galassia che mette insieme gli organizzatori delle feste del territorio e gli imprenditori del divertimento, le reazioni vanno dall’incredulità alla difensiva, fino a un bonario sorriso. Anche perché, in fondo, trattandosi solo di consigli niente cambia. E così il ’Ravenna Darsena Beer Fest’, festa della birra promossa dal birrificio e pub Darsenale che si terrà tra il 27 e il 29 maggio prossimi, non dovrà certo modificare il nome: "E come la vuoi chiamare altrimenti? – chiede un po’ incredulo Francesco Baldini, socio e soprattutto birraio del Darsenale, nonché tra gli organizzatori dell’evento – Il prodotto principale con cui lavoriamo è quello. Poi è logico che occorre avere un consumo moderato. Troppa non fa bene, ma lo stesso si potrebbe dire delle sigarette e di tanto altro. La cosa va interpretata: personalmente se vado a una festa della birra è per la qualità di ciò che mi viene proposto, non per eccedere. Nel nostro locale una birra media costa 56 euro: non è un prezzo economico per ubriacarsi. Detto ciò alla nostra festa ci sarà anche una maratona, il clima generale non sarà di devastazione". Baldini spiega che si sta ipotizzando comunque di rendere partecipe all’evento una ragazza che si occupa di prevenzione contro l’abuso di alcol e droga.

Certo è che quando si parla di movida sfrenata si tende di più a pensare al ballo e alle discoteche. Mattia Montanari, gestore del Matilda a Marina di Ravenna, non sente però il suo locale chiamato in causa: "Se si tratta di evitare gli incentivi commerciali a comprare alcol, noi siamo assolutamente a favore – dice –. Ci sono locali che lo svendono, noi no. Spesso il prezzo dell’ingresso non comprende la consumazione, perché noi non vendiamo alcol ma spettacolo. La nostra serata del venerdì è over 20, ma in ogni caso controlliamo i documenti in tutti i bar in ogni serata. I disordini? Capitano, ma teniamo sempre la situazione monitorata e abbiamo investito sulla sicurezza".

In centro il cocktail si accompagna all’aperitivo. Dino Dalfiume, titolare del Costa Caffè, trova un po’ eccessivo disincentivare i cocktail tra gli adulti: "Da me prendono un drink o due, ma va detto: lo spritz o il gin tonic analcolico non esistono. Detto ciò noi vendiamo anche tanti analcolici alla frutta, e abbiamo le lavagne con gli estratti. Detto ciò se uno viene al bar la sera a prendere un drink non mi penso che abbia senso disincentivarlo. Le persone visibilmente ubriache però, come è logico, non le serviamo".

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