Lotras, bonifica entro la fine dell’estate

Faenza, a fine mese si inizierà con il pompaggio dell’acqua contaminata accumulata per spegnere l’incendio dell’agosto 2019

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È ormai conto alla rovescia per la bonifica dell’area coinvolta dall’incendio del magazzino della Lotras System, nell’agosto 2019. Entro i prossimi due o tre mesi verranno portate a termine le operazioni di risanamento nel sito dove fu accumulata l’acqua usata per spegnere l’incendio, contaminata dagli oli vegetali, parzialmente combusti, allora conservati nel magazzino, che in quelle fatali giornate alimentarono l’incendio per ore e ore. L’obiettivo dell’amministrazione è terminare la bonifica entro l’estate, in modo che all’arrivo delle piogge autunnali sia completamente ripristinata l’idrologia del sito, oggi una sorta di ‘enclave’ rispetto all’ambiente circostante, isolata dal normale flusso delle acque superficiali. Per farlo occorrerà concludere tutte e tre le fasi della bonifica: il pompaggio dell’acqua contaminata dagli oli esausti accumulatasi nel bacino di laminazione, lo sfalcio della vegetazione circostante e il prelievo di uno strato di terra sul fondo del bacino. "Materiale non pericoloso – precisa l’assessore all’Ambiente, Luca Ortolani –, ma che nel caso dell’acqua non può neppure essere destinato agli impianti fognari. Analogamente, quegli sfalci e quello strato di terra non potranno essere termovalorizzati, ma dovranno essere trattati come rifiuti". A fine mese dovrebbe vedere il via il pompaggio delle acque "che, attraverso delle speciali tubature, verranno convogliate direttamente nel vicino biodigestore di Tampieri, dove saranno opportunamente trattate attraverso l’impiego di batteri". A occuparsi delle operazioni sarà Faenza Depurazioni. La seconda tranche riguarderà lo sfalcio delle vegetazione che cresce su tutta l’area del bacino di laminazione, per la quale è stata incaricata la cooperativa San Biagio. Materiale che non può diventare compost, ma che andrà trattato come un rifiuto, esattamente come la terra sul fondo del bacino. Un prelievo di una decina o quindicina di centimetri (la parte cioè contaminata dalle acque), per la quale si attende un partner, e che costituirà il terzo e ultimo capitolo della bonifica.

"L’operazione andrà eseguita nei mesi più asciutti, in modo da facilitare le operazioni dei macchinari". I costi di queste ultime tre fasi della bonifica del sito si aggirano intorno ai 500mila euro, portando a circa tre milioni il conto delle spese sostenute dal Comune per far fronte al disastro. Costi che hanno obbligato Palazzo Manfredi a chiedere un prestito di un milione di euro alla Regione, ma anche un contributo a fondo perduto allo Stato: "Senza le azioni messe in campo celermente in quelle primissime ore – prosegue Ortolani – ci saremmo trovati davanti a un disastro ecologico che si sarebbe spinto fino alla costa, con danni di portata regionale e nazionale. Faenza riuscì a stoccare tutto quel materiale nella vasca di laminazione, e quello sforzo economico le va riconosciuto. Non appena verrà determinato il responsabile dell’incendio il Comune potrà rivalersi per le spese sostenute, nei suoi confronti o in quelli delle assicurazioni".

Filippo Donati