Luci e ombre del quartiere Cesarea

Viaggio in una zona storica della città. Dove al recupero del mulino dietro via Crocetta fanno da contrasto alcuni casi di degrado

Migration

Creato fin dalle origini della città come collegamento naturale tra il centro storico e Classe, il quartiere Cesarea si è poi sviluppato in tempi più recenti, principalmente nel comparto residenziale e come sito di attività produttive. Molte di esse, nel tempo, sono state vendute e un ottimo esempio di recupero è il Mulino degli anni cinquanta, retrostante via Crocetta, ristrutturato nel 1996 dall’ingegner Giovanni D’Antonio che ne ha mantenuto l’altezza di venti metri a ricordo dei precedenti volumi.

Ma, in altre situazioni, degrado e abbandono restano, come nel caso di un capannone artigianale di un’attività dismessa da oltre quindici anni lungo via Savio oppure per l’ex azienda di abbigliamento e vendita all’ingrosso Euroleader, all’angolo tra la via Romea e la via Crocetta. Attualmente il sito è in vendita, ma murato per evitare intrusioni ed è stato privato di un’ampia tettoia esterna perché pericolosa. Inoltre, è in parte pericolante in quanto danneggiato da un incendio.

Poco distante all’angolo con via Tevere è ancora bloccato il restauro di un’elegante villetta, fermato a lavori iniziati nel 2016. Da tempo è priva di giochi per bambini l’area verde di via Aniene, proprio davanti alla scuola elementare Garibaldi e alla scuola d’infanzia Freccia Azzurra.

Ma un altro nodo da risolvere riguarda il degrado dalle radici dei pini marittimi presenti in diverse zone del quartiere. In particolare, le situazioni più gravi riguardano la via Bidente, la pista ciclabilepedonale piastrellata in via Rubicone e il largo Porta Nuova, ossia il parcheggio a pagamento compreso tra via canale Molinetto e via Monfalcone in cui, se si aggiunge l’elevato traffico veicolare, diventa ancor più difficile compiere la manovra di parcheggio.

Marco Beneventi