Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato

L’esondazione del Canale emiliano romagnolo, unito a Senio e Santerno, ha causato l’alluvione in tutto il territorio cittadino.

Lugo sott’acqua  L’inondazione  arriva dopo le 22  Pavaglione allagato

Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato

È arrivata silente, discreta, quasi gentile nel suo scorrere. E piano piano ha riempito strade, aiuole, campi, infiltrandosi nei garage ed entrando nelle case senza chiedere permesso. L’acqua fuoriuscita dal Canale Emiliano-Romagnolo a partire dalle 22.30 di mercoledì notte, ha iniziato a lambire l’abitato di Lugo Ovest e, gradualmente, quello di Lugo Sud. Durante il pomeriggio, una processione incessante di persone attratte dall’arrivo dell’acqua dalla direzione di Barbiano, ha percorso via Provinciale Felisio a piedi, in bicicletta e in auto, fino alla rotonda di Villa Maria Cecilia Hospital presieduta dai carabinieri che impedivano il passaggio delle auto. Alla portata di quell’acqua dovuta alla rottura degli argini del Senio e Santerno, si è aggiunta quella del canale emiliano romagnolo e della cassa di laminazione Brignani, già troppo piena.

Così l’acqua è arrivata, scorrendo, fino a lambire il centro della città per poi occuparlo, a circondare la rocca, riempire il Pavaglione. Immagini incredibili, surreali come quelle che hanno riempito i social. Nelle case, nei negozi, nelle piazze e nell’intero centro, si sono riversati centimetri e centimetri di acqua. Il quanto dipendeva dalla pendenza. Chi mezzo metro, chi uno, chi anche di più. E altrettanta fuori, nei giardini. Acqua e silenzio, interrotti ogni tanto dalla presenza di qualche temerario munito di stivali di gomma e bastoni da trekking o in sella alla bicicletta. Dal cielo, oltre ai raggi confortanti dal sole, il rumore degli elicotteri deputati al controllo. Di auto, poche. Quelle, soprattutto, dei mezzi di soccorso.

Mercoledì notte, Lugo non ha dormito e probabilmente non l’ha fatto neppure ieri, in buona compagnia di tante altre località sparse nel territorio dell’Unione che stanno soffrendo non solo per la prima ma anche per la seconda volta. Per questi ultimi, già provati dall’alluvione di inizio maggio, scendere a patti con l’acqua e il fango che rovinano tutto, cancellano ricordi e investimenti è, a questo giro, più semplice di chi si è lasciato sorprendere. Più semplice ma non più facile. Le storie si accavallano. C’ è quella di Ilaria, evacuata alle 4 di mattina per portare in sicurezza la figlia di poco più di un anno mentre l’acqua a Lugo stava crescendo, quella di Monica, decisa a lasciare la sua abitazione di Conselice per non restare un’altra notte sola e senza luce, quella di Assunta, che vive a Cotignola in prossimità dello svincolo autostradale, che ha 60 cm di acqua in casa e 2 metri fuori, al cancello, quella di Alessia, alle prese, a Sant’Agata sul Santerno, con il fango che ha reso la sua "una casa da buttare".

E ci sono le storie di chi non riesce a raggiungere i genitori allagati perché a sua volta costretto in una zona tagliata fuori dal traffico o chi non sa come procurarsi del cibo. La rete dei soccorsi supportata dai volontari è attenta e cerca di rispondere ad ogni esigenza. A prevalere su tutto è lo spirito di mutuo aiuto che porta tutti a sostenersi a vicenda.

Monia Savioli