Lugo, medici e pazienti dell'ospedale contagiati dal virus intestinale

Una vera e propria epidemia: 33 le persone ko in pochi giorni. E la direzione corre ai ripari

L’ospedale Umberto I di Lugo

L’ospedale Umberto I di Lugo

Lugo, 19 marzo 2017 – Un virus gastrointestinale ha fatto la sua comparsa in questi giorni all’ospedale Umberto I di Lugo, diffondendosi in modo talmente veloce da generare una vera e propria epidemia. Il virus ha colpito rapidamente un tale numero di persone da indurre la direzione sanitaria a prendere le misure precauzionali del caso, apponendo cartelli e diffondendo volantini che avvertono i parenti dei ricoverati e li invitano a lavarsi le mani prima e dopo la visita, oltre che ad entrare solo in caso di effettiva necessità.

L’epidemia sta interessando i reparti di medicina, in particolare il settore B, per un totale di 24 pazienti colpiti dal virus (6 ricoverati proprio perché colpiti dal virus e 18 contagiati in ospedale), e di 13 operatori, tra cui 2 medici, a loro volta contagiati. Si tratta, spiega Marisa Bagnoli, direttrice sanitaria dell’ospedale di Lugo, «di un ‘norovirus’, che non è pericoloso e ha una durata pari a meno di 48 ore, in cui chi è contagiato è colpito soprattutto da diarrea e a volte da vomito. Il problema è che questo virus è estremamente contagioso: viene infatti trasmesso per contatto, ma anche per ‘aerosol’, ovvero basta una piccola goccia di saliva trasmessa durante una conversazione a passarlo da una persona all’altra. Il contatto favorisce la trasmissione del virus in maniera facilissima: basta toccare la maniglia di una porta o la superficie di un tavolino toccati da chi è colpito dal virus per essere a propria volta contagiati».

A fronte di tutto questo, prosegue la direttrice, «abbiamo provveduto a fare un’indagine epidemiologica e a far adottare al personale le dovute precauzioni: indossare sempre mascherina e guanti, e cambiare spesso quest’ultimi. Il personale, anche alla luce dei numerosi colleghi contagiati, è molto attento a rispettare queste norme, tra l’altro il personale infermieristico attraversa un po’ tutti gli spazi dell’ospedale, e vogliamo assolutamente evitare che il contagio si diffonda anche negli altri reparti». Tra le misure assunte, sottolinea, «c’è anche la pulizia di tutti i locali ospedalieri con l’utilizzo del cloro, che abitualmente non viene usato. Tutte le misure precauzionali sono importanti anche per evitare il contagio sulle persone più ‘deboli’, come bambini, anziani e persone già gravemente malate». Pur rapida e facilissima, la contagiosità del virus è comunque di breve durata.

Dice infatti la dottoressa Bagnoli: «Alcune persone contagiate, una volta trascorsa la fase critica, sono state trasferite nel reparto post-acuti, e non si è verificato alcun contagio. Le misure precauzionali sono state avviate il 16 marzo ed avranno la durata di 5 giorni, quindi lunedì o al massimo martedì tutto dovrebbe tornare alla normalità. E i segni di miglioramento in effetti ci sono: nella giornata di venerdì c’è stato un solo contagio, riguardante un operatore ospedaliero, ma non ci sono stati ulteriori ricoveri né contagi sui pazienti».

Il virus gastrointestinale, conclude, «è attualmente diffuso sul territorio, come periodicamente accade, ed è entrato in ospedale per via delle persone ricoverate proprio per i sintomi fastidiosi ma non pericolosi che provoca. L’estrema contagiosità che lo caratterizza ha fatto il resto, ma, appunto, ci sono tutti i motivi per augurarsi che questa emergenza finisca a breve».