di Caterina Penazzi
"Mi aspetto di divertirmi – dice Luca Mainardi, vasaio della Val di Susa neanche trentenne –. L’anno scorso ad Argillà c’era il mondo, sembrava di essere a New York". E anche[EMPTYTAG] quest’anno per la mostra mercato della ceramica ‘Made in Italy’, il centro storico di Faenza, affollato già di prima mattina, ieri si è riempito di persone da tutta Italia. Tanti visitatori sono arrivati in città per l’appuntamento più atteso di settembre, che continuerà anche oggi fino a sera. Un programma ricco di eventi e mostre vede protagonisti più di cento ceramisti professionisti che presentano opere e oggetti di alta qualità. Un significato ancora più importante, quest’anno, a tre mesi dalle alluvioni che hanno coperto la città di fango e in modo particolare argilla: l’edizione 2023, infatti, è dedicata ad artigiani e artisti colpiti dalle alluvioni.
Passione, voglia di farsi conoscere e di incontrare altri colleghi caratterizzano molti espositori presenti all’evento. "Questa fiera è importantissima per farsi vedere – dice la ceramista spagnola Lorena Cabal Lopez, a Faenza da 26 anni per l’Istituto d’Arte della Ceramica –. Le persone conoscono le mie creazioni, ma non sanno chi le realizza; è passata proprio adesso una ragazza che aveva una mia collana che le è stata regalata; a ‘Made in Italy’ vedi persone che non incontri per tutto l’anno". Appuntamento fisso ormai per molti ceramisti, che aspettano di rivedersi e incontrarsi a Faenza, dove trovano sempre un pubblico preparato e appassionato. "Le fiere di settore sono molto belle – afferma Luca Mainardi –, il pubblico conosce di più la materia e la vendita è più gradevole; Faenza mi piace moltissimo per l’ambiente e le sue mostre, qui mi sento a casa. Sono tanti anni che vengo a Faenza ma questa è per me la prima volta come espositore, ho aperto da poco la partita Iva". E infatti, i tanti ceramisti presenti questo weekend vivono con quello che producono. "Il nostro non è un hobby, è un lavoro – sostiene Lorena Cabal Lopez – siamo liberi professionisti con una partita Iva in Italia, paghiamo le tasse. Manteniamo una famiglia con quello che produciamo con le nostre mani, non siamo una fabbrica: ogni oggetto è diverso e ha la sua storia, ogni cliente è una persona con gusti ed esigenze diverse, tutte da soddisfare. Per questo tutti gli anni ci rigeneriamo e creiamo nuove collezioni. Il mio campo è quello delle collane, lettere personalizzate e oggettistica per la casa come tazze, tazzine e cucchiai". L’argilla prende forma per trasformarsi in oggetti, con spazio alla fantasia, ed essere dipinta. "Io principalmente dipingo ceramica con disegni che mi invento – dice Elena Tonellotto da Padova –: i miei colori sono il rosso e il rosa, con questi dò vita a vari personaggi che si ripetono sempre, ma con vestiti ed espressioni diverse. Sono affezionata a Faenza, vengo qui dal 2016 ed è sempre soddisfacente, c’è un bell’afflusso di gente ed è sempre bello: il confronto con ceramisti e lo scambio di pensieri e stimoli sono estremamente importanti. I miei soggetti tradizionali sono le donnine, i cuori e il tema delle case; da poco ho iniziato anche a dipingere volpi e orsi". Ma ci vuole tanto tempo, passione e amore per creare pezzi unici ed educare le nuove generazioni all’arte della ceramica. "Il tempo che si impiega per ogni piccolo pezzo è tantissimo – dice Lorena Cabal Lopez – anche i costi sono alti. Tutti i bambini nelle scuole dovrebbero imparare ad apprezzare già da piccoli il mondo dell’arte e della ceramica, soprattutto in una città come Faenza: è fondamentale educare la nuova generazione al lavoro fatto a mano".
E proprio a mano, anche il giovane Luca Mainardi lavora da 9 anni la terra: dal bucchero al grès, fino alla porcellana. "Quando ho iniziato a studiare ceramica alla scuola ‘Deruta’ ho conosciuto il bucchero ed è stato il mio primo amore; più tardi – continua Mainardi – ho cominciato a lavorare anche grès e porcellana e nel tempo ho cambiato anche stile. Questi ultimi materiali vanno cotti ad alte temperature e hanno costi più elevati: la porcellana poi costa tantissimo. Facendo i ceramisti non si diventa ricchi, ma si può vivere di questo, è 4 o 5 anni che lavoro così". E tra i tanti entusiasti, oltre agli espositori ci sono i visitatori che, con curiosità, passione e attenzione, cercano di visitare tutti gli stand per trovare il pezzo che più li colpisce. "Veniamo da Forlí – dice Eleonora Fantina – siamo qui per fare un giro; una ragazza che lavora con me mi ha parlato di quest’evento, è la prima volta che vengo a ‘Made in Italy’; a noi piacciono molto le ceramiche qui in piazza c’è un bel clima, si sente anche la banda, sembra tutto molto bello". Tra il pubblico anche tanti ceramisti pronti a imparare nuove tecniche. "Siamo ceramiste in erba – dicono due passanti – siamo venute a vedere le opere di chi è più esperto di noi, chiediamo spiegazioni e ascoltiamo i professionisti, in modo da crescere e lanciarci sempre di più nel mondo della ceramica".