
L’incontro organizzato dal Consiglio di Zona 2 a Milano Marittima
Sulla malamovida di Milano Marittima viene interpellato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. A farlo, con un’interrogazione a risposta scritta è la senatrice di Fratelli d’Italia, Marta Farolfi. L’interrogazione prende le mosse da un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale il 30 luglio 2024, che impegnava il sindaco e la giunta a contrastare la malamovida e a rafforzare le misure di prevenzione contro l’uso di droghe, l’abuso di alcol e i fenomeni di microcriminalità. Tuttavia, come scrive in una nota la Farolfi, le azioni intraprese dall’Amministrazione locale non avrebbero prodotto risultati concreti. Alla luce di questo, la senatrice di FdI chiede al ministro se intenda adottare misure urgenti per porre fine agli episodi malamovida; se ritenga opportuno istituire una ‘zona rossa’ e se sia previsto un potenziamento degli organici delle forze dell’ordine per la stagione estiva.
Intanto mercoledì sera alle scuole ‘Mazzini’ di Milano Marittima, in una sala con oltre duecento persone tra imprenditori e residenti, si è tenuto un incontro, organizzato dal Consiglio di Zona 2, con il sindaco Mattia Missiroli, il vicesindaco Gianni Grandu e le assessore Michela Brunelli e Federica Bosi. Giunta quasi al completo, insomma, per trattare un argomento delicatissimo: la sicurezza. La platea in fermento ha interrotto diverse volte il sindaco e sono scrosciati applausi quando qualcuno ha parlato di "promesse mancate". Un clima teso di fronte ai racconti – ormai noti – di quello che tanti imprenditori, residenti e turisti vivono. Milano Marittima è "risse, vetri rotti, orinatoio pubblico, musica oltre il limite consentito e nessuno che fa nulla" ha spiegato uno dei presenti. Silvia, imprenditrice e mamma, ha detto che "servono ordinanze più restrittive e forze dell’ordine presenti. È una situazione insostenibile". In questo contesto prosegue la petizione del comitato ‘Per chi ama Milano Marittima’ con ormai 3.500 firme raccolte. La misura è colma e sindaco e giunta faticano a trovare soluzioni a una situazione che si trascina ormai da anni.
Il primo cittadino mercoledì sera è intervenuto più volte, replicando alle tante sollecitazioni. Interrotto, però, altrettante volte dal pubblico perché "i tempi di attesa li abbiamo già vissuti. Stiamo pagando un caro prezzo. Stiamo pagando il prezzo politico di 10-15 anni" ha detto qualcuno citando il compianto ex sindaco Fabrizio Matteucci di Ravenna o quello di Riccione: "Quando si sceglie una strada si deve decidere e agire in tal senso". Il sindaco Missiroli ha replicato che "nessuno, compresi voi, adesso ha la soluzione al problema di chi orina in strada o spacca una bottiglia. Ma non lo ha nemmeno il Tavolo in prefettura. Contro il problema del degrado non ci sarà mai una soluzione definitiva. Noi abbiamo scelto il modello, un modello in cui ci stanno diverse cose che la nostra città offre: non mi nego alla valutazione della modifica delle ordinanze ma vorrei andare oltre. Per un nuovo modello serve tempo. Abbiamo un dialogo continuo con la prefettura. Dobbiamo capire perché questo tipo di utente che non va bene sceglie di venire qui. Abbiamo previsto l’anticipo dell’interruzione della musica di un’ora. Ma il problema è il deflusso delle persone quando la musica si abbassa. Intanto abbiamo messo 250.000 euro per creare punti di videosorveglianza nel waterfront, in stazione e in ospedale". Dopo l’incontro ha preso subito posizione Simone Lucchi, segretario comunale di Forza Italia Cervia: "È fondamentale intervenire subito, prima che finisca l’estate, per fermare questa anomalia tutta cervese. Occorre limitare l’uso di musica ad alto volume in locali non strutturati per essere discoteche".
Ilaria Bedeschi