Maltrattamenti alla compagna, ora non si potrà avvicinare a lei

I maltrattamenti sull’allora compagna sono iniziati nel 2016 per continuare fino al marzo scorso quando la donna, una ultracinquantenne, ha deciso di denunciare il convivente, un ultrasessantenne ravennate che ora è indagato per maltrattamenti, lesioni aggravate e stalking. Ora l’uomo, tutelato dall’avvocato Paola Bravi dello studio legale Fregola & Bravi, come disposto mercoledì scorso dal gip Janos Barlotti che ha accolto la richiesta della Procura di Ravenna, dovrà rispettare il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex (tutelata dall’avvocato Marco Catalano dello studio legale Martines) e dai suoi congiunti, in particolare la figlia di lei, e non potrà comunicare con loro, dovendo mantenere una distanza di almeno 500 metri.

Il primo episodio di maltrattamenti, secondo quanto denunciato dalla donna alla polizia, risalirebbe al 2016 quando, mentre i due erano in vacanza, dopo aver letto un messaggio ricevuto da lei, l’ultrasessantenne l’avrebbe immobilizzata sul letto prima di colpirla con pugni sui fianchi e al viso procurandole la frattura di alcune costole. A dire della donna il compagno era accecato dalla gelosia tanto che anche solo un ritardo a un appuntamento provocava le sue ire nei confronti di lei. Ma la situazione, sempre secondo il racconto della ultracinquantenne, è peggiorata dal marzo di quest’anno. In particolare, in un’occasione la donna ha raccontato di essere stata bloccata sul letto e colpita con dei pugni al volt. Il convivente a quel punto avrebbe stretto le mani al collo fino a toglierle il respiro, minacciando di ucciderla, colpendola anche con una testata al volto dopo averla inseguendola e spintonandola. Episodio confermato dalla figlia di lei che ha anche riferito di un episodio successivo con la madre che le aveva riferito di aver visto, una volta uscita dal lavoro, un uomo che assomigliava all’ormai ex compagno e, presa dal panico, di essere corsa in auto dandosi poi alla fuga fino a casa della figlia. Da lì sono iniziati veri e propri attacchi di panico e stati d’ansia che hanno costretto la donna a rivolgersi a uno psicologo, oltre alla polizia per denunciare tutto e far scattare il provvedimento a carico dell’ex.

m.m.