
Si era recata in pronto soccorso con il suo bimbo di cinque anni in braccio: preoccupata perché il piccolo stava male dopo essere caduto in casa la notte precedente, così almeno aveva riferito. Ma quell’immagine di mamma premurosa, era presto naufragata nel peggiore dei sospetti: che in realtà il bambino fosse stato picchiato per tanto tempo e in maniera violenta. Un’accusa di maltrattamenti aggravati costata alla donna – una giovane ravennate - la condanna a due anni e due mesi di reclusione. Il giudice Cristiano Coiro, con la sentenza pronunciata giovedì scorso, l’ha anche condannata a pagare una provvisionale di 10 mila euro al figlio, parte civile attraverso i servizi sociali con l’avvocato Cristian Biserni. Le indagini della polizia coordinate dal pm Angela Scorza, oltre ad aggressioni fisiche e psichiche, avevano inquadrato un comportamento di disinteresse verso il piccolo il quale non era mai stato portato dal pediatra né mai iscritto alla scuola materna ed era obbligato a rimanere in casa, isolato cioè dai suoi coetanei. E si torna qui a quel 4 ottobre 2017, giorno nel quale la madre era andata con il figlioletto in ospedale. Il piccolo non aveva detto nulla: ma a parlare per lui c’erano diverse...