Mano stritolata, assolta la Marcegaglia

Un operaio riportò gravi lesioni, per il giudice l’amministratore della spa e il dirigente dell’anti-infortunistica non ebbero responsabilità

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Il 14 gennaio del 2016 un operaio dello stabilimento Marcegaglia addetto alla tranciatura a freddo dei laminati metallici, era rimasto intrappolato nelle macchine con la mano sinistra riportando lesioni molto gravi per una prognosi di 165 giorni. Nella tarda mattinata di ieri il giudice Cristiano Coiro ha assolto entrambi gli imputati, ovvero l’amministratore delegato della spa Antonio Marcegaglia e il dirigente con deleghe all’anti-infortunistica Aldo Fiorini. Il pm Antonio Vincenzo Bartolozzi aveva chiesto l’assoluzione per il primo e la condanna a tre mesi per il secondo. "Esprimiamo grande soddisfazione per una sentenza, emessa all’esito di un dibattimento condotto con grande diligenza, che riconosce l’assoluta correttezza dell’operato del dottor Antonio Marcegaglia", hanno precisato gli avvocati Tommaso Guerini e Gaetano Alaia. "Siamo ovviamente soddisfatti. Il tribunale ha saputo cogliere gli aspetti tecnici e giuridici della vicenda e la correttezza della direzione aziendale", hanno sottolineato gli avvocati Ermanno Cicognani e Claudio Nannini che tutelavano il secondo imputato.

L’incidente si era verificato quando uno scarto di lavorazione della lunghezza di circa 30 centimetri (si trattava di lamiera arrotolata) si era avvicinato a un meccanismo chiamato ‘cabestano-giostra’. L’operaio aveva allora deciso di bloccare l’intera linea azionando l’apposito pulsante che si trova sopra alla macchina. Quindi era entrato passando attraverso la barriera di fotocellule. La sua intenzione – secondo quanto ricostruito dall’accusa – era quella di appiccicare nastro isolante sul margine del rotolo di scarto: ciò avrebbe impedito lo srotolamento della lamiera. Ma, mentre era impegnato in questa manovra, forse a causa di un malinteso con un collega si era azionato l’avvolgitore: e così con la mano sinistra era rimasto stritolato tra la macchina e il rullo separatore riportando un trauma da schiacciamento e varie fratture. Secondo quanto ipotizzato perlomeno in prima battuta dal pm, Marcegaglia era stato tirato in ballo per il documento di valutazione dei rischi con riferimento a prevenzione e protezione dei lavoratori che accedono alla linea delle lamiere. Mentre Fiorini era stato accusato di avere omesso di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori impegnati nel sito produttivo di via Baiona. I suoi difensori hanno invece sostenuto in arringa come il dirigente in questione sia molto attendo alla sicurezza e come ogni giorno si preoccupi per elevarne il livello. I legali hanno inoltre ricordato che il protocollo prevede che a macchina ferma, il lavoratore debba estrarre la chiave dal cancelletto per mettersela in tasca: ciò annulla l’impianto anche a fronte di comandi contrastanti. Come dire che l’elusione di questo aspetto aveva alimentato l’accaduto.