Morì in un incidente, aula scolastica dedicata a Marco Pietrobono

Il padre del ragazzo scomparso: "La onlus aiuta chi ha più bisogno"

Marco Pietrobono, scomparso a 26 anni

Marco Pietrobono, scomparso a 26 anni

Ravenna, 19 gennaio 2016 - Uno spazio dedicato ai bambini con bisogni educativi speciali, con attrezzature particolari tecnologiche e all’avanguardia in un ambiente che li metta a loro agio. Nella scuola primaria Gianni Rodari di Mezzano verrà inaugurata domani l’aula di psicomotricità dedicata a Marco Pietrobono, il ragazzo romano che a soli 26 anni, il 21 giugno 2013, ha perso la vita in un incidente stradale in via Trieste, travolto da un’auto mentre era alla guida del suo scooter. È stata infatti la onlus che porta il suo nome, sorta dopo la sua morte e presieduta dal padre Bruno, a finanziare le attrezzature necessarie per aiutare i bambini con difficoltà di apprendimento.

I fondi per la costruzione dell’aula e per gli impianti di riscaldamento e di illuminazione arrivano invece dal Comune, che ha trasformato quello che in origine era un semplice portico sulla via Reale in una vera e propria stanza: si è trattato di fatto di una delle ultime opere volute dall’assessore Liverani. L’inaugurazione avverrà domattina alle 11,30 alla presenza del sindaco, del padre di Marco e presidente della onlus Bruno Pietrobono e del preside Giancarlo Frassineti. «Ci sono attrezzature particolari, una lim, schermi, computer e materiale didattico – spiega il dirigente – l’aula è all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico che per gli strumenti specifici per i disturbi dell’apprendimento. Si è trattato di un investimento importante». La onlus dedicata a Marco Pietrobono in effetti non è nuova da queste parti: già due anni fa aveva regalato alla stessa scuola una lim, lavagna interattiva multimediale.

«Facciamo interventi in giro per tutta l’Italia – spiega il padre Bruno – mio figlio amava il prossimo, i bambini e i bisognosi, e questo è il motivo per cui la onlus cerca di aiutare queste persone. E poi Marco aveva un legame speciale con Ravenna». Dopo la laurea in Inghilterra era rientrato in Italia e aveva trovato lavoro proprio nella città dei mosaici, nell’ufficio acquisti della Tozzi, a Mezzano.

«C’era stata anche una piccola parentesi in Kazakistan per un anno, ma poi era tornato a Ravenna dove aveva anche tanti amici. È una città che per me è piena di significato – prosegue Bruno Pietrobono – negli anni dell’adolescenza Marco aveva studiato al liceo Nazareno di Roma, di cui una delle figure più illustri era padre Luigi Pietrobono, che oltre a condividere il cognome con la mia famiglia è stato anche un grande studioso di Dante, sepolto proprio nella città in cui mio figlio ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita. Per me è una coincidenza e un segno. Marco ha dedicato molto a Ravenna e lei, dal canto suo, gli ha dato tanto».