"Marescotti ha diffamato". Lui si oppone

L’attore impugna decreto di condanna del Gip per frasi contro l’avvocato forlivese Francesco Minutillo, già segretario locale di Fratelli d’Italia

Ivano Marescotti

Ivano Marescotti

Ravenna, 18 luglio 2019 - L’uno, parlando di un partigiano «legittimamente giustiziato», l’aveva sparata grossa. L’altro, risentito da quella frase, augurandogli su facebook un brutto male, non ha fatto migliore figura. E, raggiunto da un decreto penale di condanna per diffamazione, vi si è opposto e ora andrà a processo. Il primo è l’avvocato forlivese Francesco Minutillo, già segretario locale di Fratelli d’Italia, noto per le sue dichiarazioni sopra le righe. Il secondo è l’attore bagnacavallese Ivano Marescotti, 73 anni, cuore e mente da sempre a sinistra – se si eccettua la parentesi, ben presto abiurata, della liaison con i 5 Stelle – , impulsivo al punto da farlo diventare rosso... di rabbia. Soprattutto se il rivale di turno tocca corde sensibili. Così aveva fatto Minutillo, nel novembre 2018, quando aveva parlato in termini non propriamente lusinghieri (eufemismo) del partigiano Casadei, definendolo «un uomo legittimamente finito giustiziato secondo le leggi del tempo e che ha partecipato ad azioni di indole meramente criminale per le quali è stato appeso a un lampione in termini non molto dissimili da altri macabri spettacoli andati in scena a piazzale Loreto».

Adriano Casadei aveva 22 anni quando fu impiccato a Castrocaro il 18 agosto 1944. Nel leggere quelle frasi il sanguigno Marescotti non ci ha più visto. Il padre, Amleto Marescotti altrimenti noto come Venerino dé Faldòn, bracciante agricolo e comunista, era vicino alla stessa brigata partigiana del Casadei, la ‘banda di Silvio Corbari’, definita dall’avvocato forlivese «un vero e proprio gruppo di delinquenti» e criticata anche dello storico revisionista Gianfranco Stella. 

Marescotti non gliel’ha mandata a dire: «Questo pezzo di merda schifoso l’è on d’furlé, ch’u i asvnes un chéncar (è uno di Forlì, che gli venisse un cancro), gente di cui vergognarsi in eterno». Dunque ben oltre il ‘porcaza di una vacàza’ con cui, vestendo i panni di un ortodosso segretario della Lega Nord, in ‘Cado dalle nubi’ trasecola quando l’amico di colore di Checco Zalone suona al suo campanello. Ad irritarsi, questa volta, è stato il radicale di destra Minutillo, che lo ha denunciato. Letta così, essere di Forlì sembra quasi un’aggravante. Ma probabilmente Marescotti non l’ha scritto con questo intento.

Fatto sta che il Pm forlivese Francesca Rago ha chiesto e ottenuto dal Gip Massimo De Paoli un decreto penale di condanna a carico dell’attore con 300 euro di multa come pena finale, «perché offendeva – si legge nel dispositivo – la reputazione e l’onore di Minutillo, pubblicando sul proprio profilo facebook un messaggio dal contenuto offensivo visibile a più utenti». Marescotti, difeso dall’avvocato Ermanno Cicognani, si è opposto al decreto di condanna, di fatto annullandolo. E ora la diatriba confluirà in un processo con le due parti che si troveranno faccia a faccia. Se è vero, come si dice, che gli estremi si toccano, in questo caso le scintille sono garantite.