Marescotti, matrimonio alla romagnola

In dialetto, a Villanova, al Museo delle Erbe palustri. Il terzo sì per l’attore: "Come in tutte le cose, l’ultimo è sempre il migliore"

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In una splendida giornata di sole l’attore bagnacavallese Ivano Marescotti ha pronunciato il suo terzo sì. Nella sua Villanova, in mezzo ai ricordi e alle storie custodite dal Museo delle Erbe Palustri, usando, per suggellare l’unione, la lingua doc della terra di Romagna, il dialetto. Sabato, fra amici intimi e parenti, Marescotti, stretto nella giacca gialla delle grandi occasioni, e la ravennate Erika Leonelli, di quasi 27 anni più giovane (Marescotti di anni ne ha 76), si sono uniti in matrimonio. "Spero anche che sia l’ultimo - scherza Marescotti. Cosa c’era di diverso dai precedenti? "Di sicuro la moglie - continua con la battuta sempre pronta –. Finalmente l’ho trovata e spero che lei abbia trovato me. In ogni caso, come in tutte le cose, l’ultimo è sempre il migliore". Cappello e occhiali da sole, in jeans e giacca lui, in un abito leggero color cielo e una stola fucsia per creare contrasto valorizzato da un bouquet semplice, simile ad un mazzo di fiori raccolto dai campi, lei. Ad officiare la cerimonia, un ufficiale di stato civile avvolto nella tradizionale ’Caparéla’. "E proprio come si usava una volta - si legge nella pagina social di Villanova di Bagnacavallo - gli sposi hanno ricevuto in dono una borsa in erba palustre con all’interno pane, che rappresentava il necessario, il sale simbolo dell’ingegno ed il vino, che era il "di più". "Ho scelto di impostare la cerimonia sulle mie radici profonde - spiega Marescotti - dalla scelta della lingua, il dialetto romagnolo, al luogo, il museo delle erbe palustri, dove, quando avevo 12-13 anni ho lavorato anche io. Villanova è casa mia. Nel museo c’è del materiale che apparteneva alla mia famiglia, ci sono cose che hanno caratterizzato la civiltà delle erbe palustri, da dove ho avuto origine. Per questo ho scelto anche di organizzare sempre al museo il pranzo con portate tipicamente romagnole. Il museo è stato apprezzato da tutti. Chi non lo conosceva ha promesso di tornare per una visita più approfondita".

Il terzo matrimonio di Marescotti si colloca in una nuova fase della vita dell’artista che ha detto addio alle scene, tenendo soltanto la guida della scuola di Teatro, il Tam - Teatro Accademia Marescotti - di Marina di Ravenna. "Dopo diversi cambiamenti, ora sono arrivato all’ultimo ’giro di vita’ – continua –. E’ arrivata la vecchiaia e meno male considerata l’unica altra alternativa possibile. E spero anche che duri". Per sfatare ogni dubbio, per la cerimonia nuziale ha scelto di indossare proprio la sua giacca gialla. "Il colore spacca – sottolinea –. È la giacca che ho indossato solo nelle grandi occasioni, per ritirare dei premi o riconoscimenti. La indossavo anche a Sanremo 4 anni fa, quando abbiamo presentato ’A casa tutti bene’. L’originalità della cerimonia non poteva infrangersi sulla scelta di una bomboniera classica. "Ci ha pensato Erika, – continua –. Ha scelto una bottiglia di birra, con una etichetta disegnata da un amico in cui compaiono due sposi, Ivano ed Erika, e corredata da una chiave che funge da apribottiglie e dal sacchettino dei ’giavulon, i confetti".

Monia Savioli