Maria Cristina Zanellato morta in vacanza. "Era felice delle ferie dopo l'emergenza"

Giorgio Randi, coordinatore del 118, ricorda la collega infermiera deceduta durante un'escursione nel Bellunese

Maria Cristina Zanellato

Maria Cristina Zanellato

Ravenna, 16 luglio 2020 - Dovevano essere le meritate vacanze dopo lunghi mesi di battaglia per salvare le vite degli altri, ma il destino beffardo ci si è messo di mezzo. Maria Cristina Zanellato, 54 anni, in questi mesi aveva combattuto il Covid-19 in prima linea come infermiera al Pronto soccorso di Ravenna: aveva anche trascorso due settimane in isolamento domiciliare dopo essere stata a contatto con un contagiato, ma per fortuna non si era poi rivelata positiva al virus. Circa un mese fa, dopo 16 anni al Pronto soccorso, era stata trasferita al servizio di assistenza domiciliare dell’Ausl, come da sua richiesta. Ora, con la tranquillità del post emergenza, era partita per godersi l’amata montagna. Zanellato viveva a Grattacoppa assieme al compagno e al figlio di 19 anni: tanti, in paese e anche sul lavoro, la ricordano come una persona estremamente allegra e disponibile. 

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«Era passata a trovarci una decina di giorni fa – ricorda Giorgio Randi, coordinatore del 118 –. Era stata trasferita da poco, ed era passata a salutarci, diceva che era contenta della scelta di cambiare tipo di servizio. Ci aveva parlato anche delle sue ferie imminenti. Aveva una grande passione per la montagna, era già stata altre volte nella zona del Bellunese e le piaceva anche l’escursionismo in solitaria. La notizia ha scosso tutti qui. Maria Cristina era una persona instancabile, sempre disponibile e allegra, con un bel caratterino. A vederla poteva sembrare minuta, ma sapeva sempre farsi rispettare. Era estremamente dinamica, ci chiedevamo sempre dove tenesse le pile perché era energica. Veniva sempre a lavorare col sorriso». E col solito sorriso aveva raccontato agli ex colleghi del 118 di quanto fosse felice di riposarsi un po’ dopo la battaglia contro il Covid: «Siamo stati due mesi ancora più in prima linea del solito – prosegue Randi –. Lei stessa era stata due settimane a casa perché era stata a contatto con un contagiato all’inizio dell’emergenza. L’ultimo giorno che l’abbiamo vista, quando è venuta a salutarci, diceva che era contenta di andare in ferie per riposarsi un po’ dopo lo stress di questi mesi». 

Giorgio Randi ricorda anche una bella esperienza condivisa con la donna: una missione in Abruzzo nel 2009 per aiutare i terremotati dell’Aquila. «Eravamo io, lei e un infermiere di Rimini – ricorda – e per un po’ abbiamo gestito il punto di primo intervento del campo con l’ambulatorio. Tutti i giorni verificavamo le condizioni dei pazienti con patologie croniche, ed eravamo a disposizione per eventuali emergenze che per fortuna in quei giorni non ci sono state».

«L’altro giorno era con noi, ora non c’è più – ricorda anche Luca Fusaroli, infermiere del 118 e segretario territoriale di Nursind –. La notizia ha scosso tutti quanti. Ricordo che aveva la passione per la montagna, e andava a camminare su sentieri e ferrate. Non era la prima escursione in quella zona, ma purtroppo stavolta evidentemente è finita male». 

Sa.ser