Mario Ravaglia funerali, l'addio al medico. "Era un punto di riferimento"

L'ultimo saluto all’ex primario morto durante un’escursione sul monte Pasubio avrà luogo lunedì alle 15.15 a Mezzano

Mario Ravaglia, aveva 67 anni. Era un luminare della medicina d’urgenza

Mario Ravaglia, aveva 67 anni. Era un luminare della medicina d’urgenza

Ravenna, 19 ottobre 2019 - Si svolgeranno lunedì prossimo i funerali di Mario Ravaglia, il medico 67enne tragicamente deceduto mercoledì scorso sul Monte Pasubio, nel Vicentino, dopo un impressionante volo di oltre 100 metri durante un’escursione in compagnia di alcuni suoi amici. AIl corteo funebre partirà alle 14.45 dalla camera mortuaria dell’ospedale ‘Santa Maria delle Croci’ per la chiesa parrocchiale ‘San Cristoforo’ di Mezzano, dove alle 15.15 sarà celebrata una messa al termine della quale si proseguirà per il cimitero locale. 

Il dottor Ravaglia, già primario al Pronto Soccorso di Lugo (solo per citare uno dei suoi tanti incarichi) lascia la moglie Elisabetta Pierotti e le figlie Irene, Chiara, Agnese, Lucia e Benedetta nonché un fratello e le sorelle. I famigliari hanno reso noto che le offerte (non fiori) saranno destinate alla ‘Casa della Gioventù’ e alla scuola materna ‘Arca di Noè’ di Mezzano. 

Un significativo ricordo dello stimato professionista arriva da don Andrea Bonazzi, sacerdote che, pur essendo entrato a Mezzano da appena un paio di settimane, conosceva già il dottor Ravaglia non solo per la sua professione di medico ma anche per il suo impegno nella Diocesi di Ravenna oltre che nella stessa parrocchia di Mezzano. «Mario, oltre che essere uno stimato professionista, un uomo di scienza e di cultura, era dotato di un grande carisma. Giovedì sera, in occasione di un momento di preghiera svoltosi qui in chiesa alla presenza tra gli altri del nostro arcivescovo mons. Lorenzo Ghizzoni, ho ricordato che Mario è stato a tutti gli effetti uno dei padri fondatori di una Comunità parrocchiale che da 40 anni a questa parte sta lavorando davvero tanto e soprattutto bene in particolare con le famiglie e con i giovani. E questo assieme a parroci del calibro di don Matteo Solaroli.

Il suo instancabile impegno nelle varie attività parrocchiali ha contribuito a creare una realtà molto viva, unita e numerosa anche dal punto di vista dell’intensità della partecipazione. Mario è morto in montagna proprio quella montagna che è stata uno dei suoi suoi grandi amori come luogo del silenzio e dell’incontro con Dio. Una passione che ha trasmesso a tantissimi compaesani; il ‘Dio delle Cime’ lo accolga nella sua grande pace». lu.sca.