Sergio Mattarella a Ravenna: "Ricordiamo una pagina di morte"

Il presidente accolto da un lungo applauso nel teatro Alighieri dove partecipa alla cerimonia per i 100 anni dall'assalto squadrista alle Coop

Ravenna, 28 luglio 2022 - Ravenna commemora il centenario dell’assalto squadrista alla Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna ad opera delle squadre guidate da Italo Balbo, e il presidente della Repubblica ricorda che la democrazia del nostro Paese "è stata - è - una conquista del popolo" che va da tutti "rigenerata ogni giorno, chiamando i più giovani a esserne protagonisti". Sergio Mattarella invita a non dimenticare gli insegnamenti di quei giorni, quella "pagina di violenza, di devastazione e di morte" che avrebbe portato "alla perdita della libertà per gli italiani, con l'avvio della stagione buia della dittatura fascista". Mattarella è stato salutato da un lungo e caloroso applauso (VIDEOal suo ingresso nel teatro. 

Sergio Mattarella al teatro Alighieri di Ravenna (foto Corelli)
Sergio Mattarella al teatro Alighieri di Ravenna (foto Corelli)

"È con gioia che accogliamo la visita del Presidente della Repubblica" e questa visita è l'occasione per esprimere "la gratitudine che tutte le cittadine i cittadini provano per lei per la sua guida sicura in questi anni burrascosi", è il saluto del sindaco di Ravenna Michele De Pascale. A salutare il presidente anche il governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente di Legacoop regionale, Giovanni Monti e il presidente della Federazione delle Cooperative di Ravenna, Lorenzo Cottignoli.

"La libertà è figlia della storia"

"La storia è parte di noi. Di ciascuno di noi - scandisce il capo dello Stato - È alle fondamenta della nostra cultura, dei nostri ordinamenti, dei valori in cui ci riconosciamo e che costituiscono l'asse portante della società contemporanea. La libertà di cui godiamo, la democrazia che è stata costruita, l'uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono tutte figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone". 

E ricordando l'assalto alle Coop, il presidente ha aggiunto: "La cooperazione è stata ed è un soggetto della democrazia economica, un vettore di progresso. Una protagonista, insieme ad altri, di quel sistema produttivo e di servizi plurale che ha reso la nostra economia una delle più avanzate al mondo. Il fascismo la costrinse dentro le gabbie di uno Stato oppressivo e totalitario. La Repubblica le ha ridato libertà e respiro. La solidarietà, la centralità della persona, la crescita del lavoro come misura di dignità per ogni donna e ogni uomo, valori che ne sono alla base, alimentano la democrazia e hanno trovato nella Costituzione esplicito riconoscimento. È un'esigenza che va sempre avvertita, anche nelle condizioni inedite di un tempo che registra cambiamenti così veloci". 

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Bonaccini: nelle coop ideali di solidarietà

"Cento anni fa, in quel tragico 1922, l'assalto alla Federazione delle Cooperative voleva essere, e fu, sia un messaggio di terrore, sia un messaggio di annientamento rispetto ad una realtà, quella dell'associazionismo cooperativo, che organizzava il lavoro come motore di democrazia, sviluppo e autodeterminazione dei singoli individui e delle comunità. Le cooperative rappresentavano ideali di fratellanza, di solidarietà, di bene comune, di inclusione, di mutuo aiuto: esattamente l'opposto del progetto sociale fascista", ha ricordato il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Che ha continuato:  "C'è quindi una ragione storica e politica se qui la cooperazione nacque, qui fu più duramente colpita e qui seppe risorgere con più forza dopo la Liberazione".

L'inno (registrato) diretto da Muti 

Una guida d'eccezione per l'Inno Nazionale risuonato nella sala alla presenza del capo dello Stato. Le note di Mameli - registrate e non eseguite dal vivo - sono state dirette dal Maestro, Riccardi Muti ed eseguite dall'Orchestra giovanile 'Luigi Cherubini' affiancata dal Coro di Piacenza.

Le strade chiuse per la visita di Mattarella

In previsione della visita del presidente, è stato introdotto il divieto di transito e di sosta in diverse vie della zona del teatro e del centro storico. Come piazza Caduti per la Libertà, via Corrado Ricci, via De Gasperi (tratto compreso fra via Chartres e piazza Caduti per la Libertà), via Guerrini (tratto compreso fra l’incrocio con piazza Caduti per la Libertà e via Gardini), via Dante Alighieri, via Raul Gardini, via Gordini, via Mariani, piazza Garibaldi, piazza Einaudi, via Diaz, via Guidone.

Dove seguire la visita in diretta

La cerimonia è a invito, ma potrà essere seguita in diretta dalla home page del sito www.comune.ra.it, sulla pagina facebook Comune di Ravenna e su Teleromagna canale 14.

L’evento, dal titolo ‘Estate 1922: attentato fascista alla libertà - centenario dell’assalto squadrista alla sede della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna’, è promosso dal Comune e dalla Provincia di Ravenna in collaborazione con Legacoop, Legacoop Romagna, Federazione delle cooperative e l’intero movimento cooperativo di Legacoop.

Il documentario

La cerimonia si apre con la proiezione del documentario ‘L’incendio alla libertà: l’assalto fascista alla cooperazione ravennate’. Seguono gli interventi istituzionali (Comune e Provincia di Ravenna, Regione Emilia – Romagna, Legacoop Romagna) e quello della storica Simona Colarizi, Università La Sapienza Roma. 

Il presidente Mattarella era già stato a Ravenna in occasione dell’apertura delle celebrazioni dantesche nel settembre del 2020 e nel novembre del 2019 per il trentennale della morte di Benigno Zaccagnini.

L'attacco alle coop di 100 anni fa

Era il 28 luglio del 1922: la sede della Federazione locale dei braccianti, uno tra gli ultimi baluardi dell'associazionismo cooperativo in Italia, fu incendiata e parzialmente devastata dall'assalto che fu, come scrisse lo stesso Balbo nel suo diario, un atto politico per "dare agli avversari il senso del terrore". Si trattò di uno dei tanti episodi della violenza fascista che si intensificarono particolarmente nell'estate del 1922, colpendo numerose città italiane.  Al momento dell'incendio nel palazzo, che divenne poi ed è tuttora sede della Provincia di Ravenna, si trovava anche Nullo Baldini, presidente della Federazione, che fu condotto all'esterno dagli stessi fascisti. L'intera città fu colpita, venne devastata anche la Camera del Lavoro e la furia fascista nei giorni successivi causò numerose perdite tra i ravennati, quasi un preludio alla Marcia su Roma.