Maurizio Chiarucci morto a Ravenna, addio all’ex patron della Teodora

L’auto del 63enne trovata in una scarpata sotto la Classicana. Con le sue imprese aveva finanziato il volley

L'auto ribaltata e nel riquadro la vittima

L'auto ribaltata e nel riquadro la vittima

Ravenna, 2 dicembre 2021 - Un salto nel buio e l’ennesimo tragico risveglio. Solo alle prime luci dell’alba i pendolari hanno potuto notare quell’auto finita fuori strada lungo la statale Adriatica, in direzione Rimini. Secondo i primi accertamenti la carambola compiuta da quella Fiat 500 sarebbe avvenuta qualche centinaio di metri prima dell’uscita della Classicana. Senza vita, fuori dall’abitacolo, un uomo di 63 anni, Maurizio Chiarucci. Figura nota nel mondo della pallavolo, essendo stato l’ultimo presidente della vecchia Teodora. Sul posto, con personale Anas e vigili del fuoco, sono giunti i soccorritori del 118 con auto medica e ambulanza, ma l’uomo era già senza vita. Gli agenti della Polizia locale sono al lavoro per ricostruire cause e dinamica dell’incidente, del quale fino a ieri si sapeva poco. L’uscita di strada potrebbe risalire alla nottata, le condizioni di viabilità erano buone.

Non è noto dove Chiarucci fosse diretto. Originario di Ravenna, abitava nella frazione di Godo, dove pure era molto noto. Qui si era trasferito, dalla fine degli anni Novanta, per svolgere la sua attività imprenditoriale nel campo delle pulizie, che aveva rappresentato la sua fortuna e sfortuna al tempo stesso. A Godo aveva acquistato una casa colonica, in via Oberdan 1, e l’aveva restaurata, qui viveva e aveva la sede la società Apulir. La sua vena creativa l’aveva visto collaborare all’inizio degli anni Ottanta nell’allora Radio Sound, in via XIII giugno, attuale via Serafino Ferruzzi.

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Le sue attività si erano poi spostate sul litorale, a Lido di Dante dove per anni ha gestito un campeggio. Aveva un legame particolare con la Thailandia, in quel paese aveva trovato la compagna della vita. Chi lo conosceva ne tratteggia un profilo di genio e sregolatezza e la sua voglia di creare – aveva fondato imprese di pulizia anche all’estero – talvolta aveva finito per metterlo in difficoltà. Già, perché se con l’agenzia Apulir aveva si finanziato attività sportive, col conseguente tracollo aveva messo in difficoltà molte famiglie. Proprio di recente, a seguito del fallimento dell’azienda divenuta Ap Adriatica Servizi, attiva nel settore di pulizie industriali e facchinaggio, Chiarucci era finito al centro di altre grane giudiziarie. A seguito di un patteggiamento per frode fiscale e altri reati connessi, la Finanza gli aveva sequestrato beni per 850 mila euro e tre immobili. Forse il dispiacere per queste vicende potrebbe avere avuto un ruolo nella sbandata fatale. Solo un’eventuale autopsia darà le risposte.