DAMIANO VENTURA
Cronaca

Medici di base, la riorganizzazione: "Saranno affiancati da più servizi"

Nascono le ’Aft’: in provincia saranno 15, sei principali e 9 secondarie, con nuclei con infermieri e pediatri. Alla base di tutto ci sono le Unità complesse di cure primarie, di cui farà parte il personale sul territorio.

Un medico di base mentre visita un paziente in ambulatorio (foto di repertorio)

Un medico di base mentre visita un paziente in ambulatorio (foto di repertorio)

Non più semplici ambulatori, ma ’Aft’: aggregazioni funzionali territoriali. Ovvero nuclei di medici di base a cui si affiancano altre figure tra cui infermieri di comunità, pediatri, ex guardia medica, in alcuni casi specialisti ambulatoriali, ospedali di comunità, psicologi, assistenti sociali, farmacisti. E dove i medici di base lavorano insieme, con una migliore assistenza al cittadino. La riorganizzazione è stata approvata grazie a un documento della giunta regionale presentato ieri a Cgil, Cisl e Uil. Il personale attivo sul territorio farà parte delle Unità complesse di cure primarie (Uccp), che sono pensate per migliorare l’accesso alle cure, la presa in carico dei pazienti cronici e fragili e l’integrazione dei professionisti sanitari. "Ciò che cambierà per il cittadino sarà proprio questo – spiega il direttore del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl in provincia, Mauro Marabini –: si pensa sempre al vecchio medico condotto, ma già ora il medico da solo non può fare tutto. Così viene data garanzia che il medico non lavora da solo, sia perché è affiancato dai colleghi ma anche perché ci sono strutture sovralocali (le Uccp, ndr) che garantiscono un’uniformità nell’assistenza". In pratica si vuole arrivare a una più capillare distribuzione dei servizi che si affiancano alla medicina di base sul territorio, che ora dipendono molto dall’organizzazione dei singoli ambulatori. Non spariranno i piccoli studi dei paesi dove il medico di base generalmente lavora da solo: "In base alle disponibilità dei medici, coloro che lavorano nelle Aft potranno avere anche sedi periferiche" aggiunge Marabini.

La popolazione di riferimento di una Aft è compresa tra 7.000 e 30mila assistiti. Potranno essere ’hub’ o ’spoke’, a seconda della quantità di servizi. In molti casi sono già attivi i nuclei di medici di base, in altri le strutture sono in via di costruzione grazie ai fondi del Pnrr. Gli ’hub’ in provincia saranno sei, e sono quelli con più servizi: le Case della comunità e Osco di Russi, Cervia, della Darsena (in costruzione), di Brisighella, Faenza e Lugo (queste ultime due case della comunità sono in costruzione). Le Aft ’spoke’ saranno 9: Mezzano, San Pietro in Vincoli, via Berlinguer, piazza Baracca, Cmp, Castel Bolognese, Alfonsine, Bagnacavallo e Massa Lombarda. La riorganizzazione vuole essere una risposta all’invecchiamento della popolazione: "Il 36,5% dei cittadini presenta almeno una patologia cronica e il 3,6% ne ha più di tre – scrive la Regione in una nota –. Queste dinamiche demografiche e sanitarie impongono una ridefinizione dei modelli assistenziali".