
Un medico di base mentre visita un paziente in ambulatorio (foto di repertorio)
Non più semplici ambulatori, ma ’Aft’: aggregazioni funzionali territoriali. Ovvero nuclei di medici di base a cui si affiancano altre figure tra cui infermieri di comunità, pediatri, ex guardia medica, in alcuni casi specialisti ambulatoriali, ospedali di comunità, psicologi, assistenti sociali, farmacisti. E dove i medici di base lavorano insieme, con una migliore assistenza al cittadino. La riorganizzazione è stata approvata grazie a un documento della giunta regionale presentato ieri a Cgil, Cisl e Uil. Il personale attivo sul territorio farà parte delle Unità complesse di cure primarie (Uccp), che sono pensate per migliorare l’accesso alle cure, la presa in carico dei pazienti cronici e fragili e l’integrazione dei professionisti sanitari. "Ciò che cambierà per il cittadino sarà proprio questo – spiega il direttore del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl in provincia, Mauro Marabini –: si pensa sempre al vecchio medico condotto, ma già ora il medico da solo non può fare tutto. Così viene data garanzia che il medico non lavora da solo, sia perché è affiancato dai colleghi ma anche perché ci sono strutture sovralocali (le Uccp, ndr) che garantiscono un’uniformità nell’assistenza". In pratica si vuole arrivare a una più capillare distribuzione dei servizi che si affiancano alla medicina di base sul territorio, che ora dipendono molto dall’organizzazione dei singoli ambulatori. Non spariranno i piccoli studi dei paesi dove il medico di base generalmente lavora da solo: "In base alle disponibilità dei medici, coloro che lavorano nelle Aft potranno avere anche sedi periferiche" aggiunge Marabini.
La popolazione di riferimento di una Aft è compresa tra 7.000 e 30mila assistiti. Potranno essere ’hub’ o ’spoke’, a seconda della quantità di servizi. In molti casi sono già attivi i nuclei di medici di base, in altri le strutture sono in via di costruzione grazie ai fondi del Pnrr. Gli ’hub’ in provincia saranno sei, e sono quelli con più servizi: le Case della comunità e Osco di Russi, Cervia, della Darsena (in costruzione), di Brisighella, Faenza e Lugo (queste ultime due case della comunità sono in costruzione). Le Aft ’spoke’ saranno 9: Mezzano, San Pietro in Vincoli, via Berlinguer, piazza Baracca, Cmp, Castel Bolognese, Alfonsine, Bagnacavallo e Massa Lombarda. La riorganizzazione vuole essere una risposta all’invecchiamento della popolazione: "Il 36,5% dei cittadini presenta almeno una patologia cronica e il 3,6% ne ha più di tre – scrive la Regione in una nota –. Queste dinamiche demografiche e sanitarie impongono una ridefinizione dei modelli assistenziali".