SARA SERVADEI
Cronaca

Medici in fuga dagli ospedali a Ravenna: in tre anni si sono dimessi in 285, il record al Pronto soccorso

La sanità pubblica non attira più. "In molti casi le condizioni lavorative nei reparti e nei servizi risultano essere eccessivamente gravose", sottolinea Paolo Palmarini, segretario regionale Uilfpl

Un’immagine del pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna (Foto Corelli)
Un’immagine del pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna (Foto Corelli)

Ravenna, 1 luglio 2023 – L’allarme nel mondo della sanità suona da tempo: con la mancanza di personale in certi reparti e i turni sempre più sfibranti, i medici se ne vanno. Ma quanti sono? Sul tema l’Ausl risponde alla consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini. E così si scopre che i medici che dal 2020 hanno presentato dimissioni spontanee nell’Ausl Romagna sono 285 al 10 febbraio scorso. Il 2020, anno del Covid, è quello col dato più alto: 103 in totale, 84 assunti a tempo indeterminato e 19 determinato. Nel 2021 sono stati 90 (79 a tempo indeterminato, 11 determinato), nel 2022 67 (56 a tempo indeterminato, 11 determinato) e nel 2023 al 10 febbraio 25 (24 a tempo indeterminato, 1 determinato). Analizzando le singole specialità, ci si accorge che il reparto che nel complesso ha perso più medici è il Pronto soccorso: 31. E probabilmente non è un caso, considerando che si tratta di un reparto complesso da gestire e per il quale non si trova personale. Seguono a parimerito, con 21 medici persi, la Medicina interna e la Radiodiagonistica. La Cardiologia ha perso 17 medici, la Rianimazione 15.

Secondo i numeri della Uilfpl, contando anche i pensionamenti nel 2023 rispetto al 31 dicembre 2021 ci sono 71 medici, 228 infermieri e 56 oss in meno. "In molti casi le condizioni lavorative nei reparti e nei servizi risultano essere eccessivamente gravose – commenta Paolo Palmarini, segretario regionale Uilfpl –: da qui la scelta di tanti di guardarsi attorno e scegliere condizioni di lavoro più compatibili con esigenze famigliari. La situazione attuale non spinge il professionista a rimanere in azienda, se trova condizioni migliori se ne va".

Sulle dimissioni spontanee Roberto Baroncelli, componente della segreteria Cisl Romagna che si occupa di sanità, commenta: "Possono essere frutto di tante motivazioni, alcune delle quali personali. Ma ci possono essere aspetti che attengono di più alle condizioni lavorative o del reparto". E da questo punto di vista il Pronto soccorso "oggettivamente è un reparto difficile – prosegue Baroncelli – per il rapporto numerico tra presenze effettive e quelle che sarebbero teoricamente previste. Anche in Rianimazione c’è questo aspetto. La carenza apre anche prospettive di cambiamento: alcuni medici se ne sono andati nel privato, altri magari sono rimasti nel pubblico ma hanno cambiato condizione diventando, ad esempio, medici di base". "La situazione locale fa eco a quella nazionale di sofferenza – aggiunge Stefano Bolzon, delegato per la dirigenza Fp Cgil dirigenti medici Ravenna –. C’è bisogno di finanziamenti, di un piano di assunzioni concreto e di investimenti anche sulle tecnologie, per rendere il lavoro più attrattivo". Il quadro è difficile: "Dopo il Covid ci sono liste d’attesa lunghissime, inoltre la popolazione è sempre più anziana – prosegue Bolzon –. Dall’altro lato non ci sono stati adeguato rinnovo, aumenti del personale o dell’offerta: soffriamo di investimenti insufficienti".