ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Il medico morto a Ravenna si era rivolto a un detective. Indagati il figlio e la badante

Quando l’investigatore chiamò per riferire sull’esito degli accertamenti, il professionista era appena morto. Oggi la procura affida l’autopsia a un medico legale di Verona

Stefano Molducci, 39 anni, figlio del medico morto. A destra la casa dove viveva

Ravenna, 2 giugno 2021 - Una singolare coincidenza, chissà. Di quelle però capaci di attizzare il fuoco dei dubbi: perché giusto il giorno prima della morte del 67enne Danilo Molducci – per una vita medico di Campiano, frazione delle campagne ravennati – un investigatore privato che il defunto aveva contattato per una indagine sul suo patrimonio, lo aveva cercato invano per comunicargli l’esito delle verifiche. Una circostanza che deve avere avuto un certo peso nella scelta della Procura di Ravenna di bloccare la salma quando la famiglia aveva già contattato l’agenzia della pompe funebri. E di procedere con autopsia per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

AGGIORNAMENTO Medico morto a Ravenna, l’autopsia non scioglie i dubbi

Oggi l’esame verrà affidato al medico legale veronese Dario Raniero, circostanza che ha portato alla notifica di due avvisi di garanzia: oltre alla collaboratrice domestica, una 51enne di origine romena che da paio di anni aiutava il 67enne provato da una lunga malattia, l’atto ha raggiunto anche il figlio del medico, il 39enne Stefano Molducci di Castrocaro Terme, nel Forlivese, noto per il suo impegno politico quale segretario (dimissionario) del locale circolo del Pd. "Un atto dovuto – precisa l’avvocato forlivese Claudia Battaglia che tutela entrambi gli indagati – siamo tranquilli e nomineremo nostri consulenti di fiducia".  

E in attesa dell’esito dell’autopsia, che dovrà passare anche attraverso analisi tossicologiche, per provare a inquadrare le possibili piste investigative torniamo alla fine della scorsa settimana. In particolare , secondo quanto emerso, la prima telefonata dell’investigatore risale a giovedì, vigilia del decesso. Il defunto lo aveva nominato per fare chiarezza sulle movimentazioni dal suo patrimonio – decisamente cospicuo – e lo aveva individuato fuori dal territorio regionale forse per non rischiare di creare tensioni familiari.  

Non sappiamo se la richiesta fosse nata da sospetti specifici o da una generica necessità di avere tutto sotto controllo: di fatto quando l’investigatore aveva composto il numero del 67enne, a rispondergli era stata la collaboratrice domestica: il medico stava riposando. Una situazione del tutto ragionevole per una persona dalle compromesse condizioni fisiche, costretta da tempo a seguire un adeguato programma sia farmaceutico che fisioterapico.  

Ecco che allora l’investigatore aveva rinviato all’indomani mattina quella chiamata. Stavolta a rispondergli era stato il figlio del 67enne: per dirgli che il padre era appena morto. La collaboratrice domestica aveva pure provato a chiamare il 118: ma gli operatori sanitari al loro arrivo all’abitazione attorno alle 10.30, non avevano potuto fare altro che constatare il decesso. E tutto sembrava ormai canalizzarsi verso il triste quanto ineluttabile epilogo di un evento naturale. Almeno fino a quando i primi dubbi hanno raggiunto gli investigatori della polizia. Da quel momento la squadra mobile – coordinata dal Pm Angela Scorza – ha cercato di ricostruire le ultime ore del defunto arrivando così alla telefonata dell’investigatore privato. Una coincidenza e basta o un potenziale elemento probatorio? Molto dell’esito di questa vicenda verrà scritto oggi dal medico legale.