Meno visitatori, ma restano più giorni

I dati di marzo relativi alle presenze sul territorio fotografano una nuova tendenza. Donati (hotel Diana): "La tendenza è il turismo lento"

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Arrivano meno turisti, ma si fermano più a lungo. È ciò che si legge tra le righe dei dati delle presenze in provincia del mese di marzo, pubblicati recentemente dalla Regione.

Iniziamo con la città d’arte, che è quella che va meglio in termini percentuali. A marzo qui sono arrivati 14.676 turisti (12.099 italiani, 2.577 stranieri), vale a dire +194,6% rispetto al 2021 (ma il confronto è impari, a marzo del 2021 eravamo in zona rossa nel bel mezzo della terza ondata) e -22,3% rispetto al 2019. Numeri non così differenti dalle aspettative: ci stiamo riprendendo, ma serve tempo. La sorpresa arriva guardando ai pernottamenti, che segnano +139,7% rispetto al 2021 e +0,4% anche rispetto al 2019: in sostanza a confronto col 2019 è mancata oltre una persona su cinque, ma i pernottamenti nelle strutture sono leggermente cresciuti. Per fare un paragone, basti pensare che nel 2019 erano arrivati in città 18.877 turisti per 34.298 notti. Mentre tre anni fa i visitatori restavano in media 1,8 notti, nel 2022 siamo passati a 2,3.

Lo stesso copione si ripete anche nelle altre località della provincia, dove però si registrano perlopiù segni meno anche nei pernottamenti: anche qui, però, sono molto meno marcati rispetto a quelli relativi alle presenze.

Partiamo dai lidi ravennati, dove a marzo i turisti sono stati 2.189 (1.946 italiani e 243 stranieri), ovvero +57,3% rispetto al 2021 e -58,9% rispetto al 2019. Sei turisti su dieci insomma non sono venuti, eppure le notti sono state ’solo’ l’8,3% in meno rispetto al 2019 (e +7,2% rispetto al 2021). I giorni trascorsi sui nostri lidi sono più che raddoppiati: nel 2019, con 5.332 visitatori per 17.717 notti, la media era di 3,3 notti a testa. Nel 2022 invece sono diventate 7,4.

A Cervia nel mese di marzo i turisti sono stati 8.035 (7.236 italiani e 799 stranieri): +806,9% rispetto al 2021 e -46,5% rispetto al 2019. I pernottamenti nelle strutture ricettive cervesi a marzo invece sono stati 22.073 in totale invece, il 320,5% in più rispetto al 2021 e ’solo’ il 12,6% in meno rispetto al 2019. Anche in questo caso, quindi, i turisti sono stati quasi la metà in meno rispetto al 2019, eppure le notti perse a confronto sono state circa 1 su 8. La permanenza media a Cervia è così cresciuta di un giorno netto: le notti nelle strutture ricettive erano in media 1,7 nel 2019 (15.015 visitatori per 25.258 pernottamenti) e sono diventate 2,7 nel 2022.

Filippo Donati, titolare dell’hotel Diana e presidente della commissione Turismo del Comune, dice che i dati confermano le percezioni degli operatori del settore: "La sensazione è che la gente preferisca un turismo più slow, meno ’mangia-città’: arrivano e sono interessati a fare un’esperienza un po’ più soft, meno di fretta. È cambiato il modo di fruire della città, si chiede di vederla meglio, di visitare anche le zone naturali. E vedo che sono aumentati coloro che vengono in treno". La prospettiva per l’estate è positiva: "La previsione è buona per il mare – aggiunge Donati – e, se non è troppo caldo, anche per la città. La vera incognita è l’autunno".

Sara Servadei