Mensa della Caritas, affluenza in aumento

Ad agosto si è trasferita all’interno di Santa Teresa, con spazio per pranzare all’aperto. La cena invece viene esclusivamente consegnata

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La mensa della Caritas in funzione nel mese di agosto si è trasferita dal palazzo del Seminario di piazza Duomo all’interno di Santa Teresa. Dal primo agosto i volontari, una quindicina al giorno per un totale di quasi quaranta, ognuno dei quali impegnato a seconda delle proprie disponibilità, sono occupati a cucinare e a distribuire sia il pranzo che la cena a chi ne ha bisogno.

"Il servizio - spiega Matteo Zornetta della Caritas - entra in funzione nel periodo in cui chiude la mensa di San Rocco. Gli altri anni eravamo al Seminario, ora all’interno dell’Opera di Santa Teresa. I volontari preparano i piatti nella cucina che si trova al suo interno, poi distribuiscono i pasti che si possono consumare qui o portare a casa. Chi decide di mangiare qui può farlo in un spazio verde all’interno dell’Opera, un cortile interno ombreggiato. Nel caso di pioggia abbiamo preparato uno spazio interno, ma finché si può rimaniamo all’aperto". La cena invece viene esclusivamente consegnata per essere consumata fuori dalla struttura, a casa.

La nuova cornice della mensa estiva non è la sola novità di questa’anno, ogni persona che la frequenta riceve infatti una tessera temporanea all’ingresso che potrà essere utilizzata, in un piano futuro, anche per accedere ad altri servizi, come le docce, l’emporio, le buste della Caritas. Un sistema insomma per inserire chi è in difficoltà in un circuito che lo faccia uscire dalla precarietà e da un aiuto esclusivamente di tipo assistenziale. "Per noi - prosegue Zornetta - la tessera ha una funzione pratica, che è quella di capire quante persone si rivolgono alla mensa, ma anche pedagogica per chi ne fa uso".

A una settimana dalla partenza sono in media 75 le persone che ogni giorno di rivolgono alla mensa aperta dalle 12 alle 13 per il pranzo e dalle 17.30 alle 18.30 per il ritiro della cena.

"Il nostro obiettivo - sottolinea ancora Zornetta - non è solo quello di consegnare il cibo, ma di creare un luogo di accoglienza, dove le persone stiano con piacere. E infatti ci siamo accorti che in agosto, ogni giorno, l’affluenza è maggiore rispetto ad altri periodi. Ad esempio rispetto ai circa cinquanta che arrivano abitualmente la domenica. Alcuni arrivano anche in anticipo, per fare due chiacchiere con i volontari, per stare un po’ in compagnia".

Gli assistiti sono per metà italiani, per metà stranieri e dall’inizio della guerra, come era prevedibile, sono aumentate le persone di nazionalità ucraina. "Siamo contenti - conclude Zornetta - perché i volontari provengono dagli ambienti parrocchiali, ma non solo. Dopo il Covid abbiamo nuovamente ripreso i contatti con le scuole per spiegare agli studenti l’opportunità del volontariato e in diversi si sono presentati. E noi diamo loro la possibilità di provare".

Annamaria Corrado