Mercato contadino, voglia di ripartire "Abbiamo sentito grande solidarietà"

Agricoltori e allevatori colpiti da frane e alluvione ieri alla struttura di Campagna Amica

Mercato contadino, voglia di ripartire  "Abbiamo sentito grande solidarietà"

Mercato contadino, voglia di ripartire "Abbiamo sentito grande solidarietà"

C’è chi ha ancora un metro d’acqua nel punto vendita, ma ha salvato la produzione agricola. Chi ha usato il letame per erigere una barriera a difesa dell’allevamento di bestiame e chi teme per le proprie api. Per il mercato contadino di Campagna Amica, in via Canalazzo, ieri è stata quasi una seconda inaugurazione. La struttura, promossa da Coldiretti, è tornata a ospitare gli agricoltori che in queste settimane hanno combattuto contro acqua e frane. E a tutti è tornato il sorriso, grazie alle strette di mano, i baci e gli acquisti dei vecchi clienti che si sono fatti trovare in fila fin dall’apertura per salutare i ‘reduci’ dal disastro.

Teresa Babini, ad esempio, lavora nell’azienda di famiglia, a Reda, specializzata nella produzione di fiori: "Tornare qui è un segno di rinascita – racconta – dopo giorni veramente difficili. L’acqua ha risparmiato la produzione floreale, anche se siamo rimasti isolati per giorni a causa dell’allagamento di tutte le strade attorno a noi". La giornata di ieri ha riportato il sorriso, anche se non mancano le preoccupazioni. "Noi facciamo allestimenti floreali per matrimoni ed eventi. È tutto ‘saltato’. Confido che si tratti solo di un rinvio".

Sinonimo di intraprendenza romagnola è quanto accaduto al Caseificio Boschetto Vecchio di Conselice. Il racconto è di Milena Carapia, dipendente dell’azienda: "Per mettere in sicurezza l’allevamento di vacche è stato eretto un argine fatto con il letame. Non c’era terra sufficiente, così è stato il letame a contenere l’acqua e a salvare le bestie e il caseificio". Ieri mattina la produzione di latte e formaggi è andata esaurita: "Ho molto apprezzato anche la solidarietà che ho respirato attorno a me e al caseificio".

Tra i produttori presenti, c’è anche chi ha subito danni strutturali ingenti. "Ho l’azienda agricola a Brisighella – racconta Claudia Buzzegoli - e sono stata fortunata a salvare l’allevamento di mora romagnola. Invece le frane hanno inghiottito gli ettari coltivati a seminativo e gli ulivi. Incredibile, terra che non veniva toccata da 50 anni si è sbriciolata. Non c’è più la strada asfaltata che porta anche da noi, e per muoverci utilizziamo una via sterrata. Ci è andata bene, perché altre realtà sono irraggiungibili. Qui al mercato ho visto voglia di ripartire e i clienti ci hanno dato supporto".

Anche l’apicoltore Max Fabbri viene dalla zona collinare, da Marzeno di Brisighella per la precisione. Prova una sorta di disperazione pensando alle sue api sparpagliate ovunque. "Io pratico il nomadismo apistico. Tante arnie sono state travolte dalle frane o portate via dall’alluvione, spero di salvarne almeno il 60%. Ho perso la produzione di pappa reale e non so cosa si potrà produrre nei prossimi mesi. Cosa fiorirà nei campi alluvionati? Non saprei dove sbattere la testa, almeno qui vivo una parvenza di normalità".

Mauro Zannoni, agricoltore di Fusignano, non ha una cernita complessiva dei danni. "Ci sono terreni ancora allagati, dove non si accede – spiega – e non conosco lo stato delle produzioni, anche se penso al peggio. Le fragole sono tutte marcite". Il bilancio della mattinata è Alessandra Ravagli, presidente di Campagna Amica Agrimercato. "Per quanto mi riguarda ho l’azienda agricola a Ragone, proprio sotto l’argine del Montone. Sono stata evacuata un giorno e una notte. Quando sono tornata a Ragone mi sono sentita in paradiso: tutto attorno acqua, mentre nella mia abitazione e nella vigna non ce n’era una goccia. Mi sento miracolata. Così, per dare un contributo a chi sta peggio, ospito una ventina di volontari ai quali ho messo a disposizione locali per le brandine e la cucina. Lancio un messaggio, sollecitata proprio dall’affetto dimostrato da clienti e amici al mercato contadino: tra 15 giorni le nostre aziende saranno in piedi. Non sarà facile, ma ce la faremo. Vogliamo riallacciare quel filo che unisce agricoltura e cultura, perché questa è Ravenna.

Lorenzo Tazzari