"Meteo pazzo e costi alti Aiutate la frutticoltura"

L’appello del presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti: "Le piante hanno prodotto meno e la redditività è crollata"

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La frutticoltura è in crisi a causa soprattutto dei cambiamenti climatici e dei più alti costi di produzione, per cui servono interventi urgenti per salvare le imprese del settore, che nel territorio si trovano in particolare nel Faentino. Da qui le richieste di Confagricoltura al governo: indennizzi e strumenti di sostegno al reddito e alla liquidità, riduzione del costo del lavoro attraverso la decontribuzione degli oneri sociale, detrazioni fiscali per calmierare i prezzi dell’energia e interventi per ridare competitività al settore. A parlarne è il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti.

Betti, com’è la situazione attuale della produzione frutticola?

"Quasi drammatica a causa della siccità e dell’ondata di caldo anomalo, vissute di recente. E ora che le piogge sono ridotte al minimo, la preoccupazione è alta. Le piante hanno prodotto meno, anche se con un buon livello qualitativo, e la redditività è crollata al punto che ormai non riusciamo neanche a coprire i costi di produzione. E questa è una condizione che, negli anni, può solo peggiorare".

Cosa si può fare per affrontare al meglio tali problematiche?

"È necessario al più presto un confronto a più voci. Per questo ci siamo rivolti all’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi affinché coinvolga la Conferenza Stato-Regione. Chiediamo un tavolo permanente, anche regionale, per capire come progettare il nostro futuro".

Da dove si può ripartire per tornare a ‘sorridere’?

"Servono anzitutto sostegni immediati, una moratoria sui mutui e aiuti per l’espianto e il reimpianto, per consentire a molte aziende di sopravvivere. Altrimenti la nostra agricoltura rischia di bloccarsi e di perdere quel know how così faticosamente conquistato. Il nostro è un settore in cui lavorano migliaia di persone tra produttori, dipendenti e fornitori".

Il ricambio generazionale c’è in agricoltura?

"Sì, ma i più giovani faticano a sostituire i genitori e, se entro due o tre anni non riescono ad avere una marginalità, chiudono tutto e vanno a fare altro".

Quanto è di intralcio la burocrazia?

"Moltissimo. Se dovessimo applicare le attuali normative, i riscontri arriverebbero solo fra due o tre anni e, come detto, sarebbe troppo tardi".

Fin qui le richieste al nuovo parlamento e al nuovo governo. Cosa si può fare invece per contrastare i cambiamenti climatici?

"Al tavolo permanente chiediamo di stimolare la ricerca perché ci servono nuove varietà di piante più resistenti alle alte temperature. Da tempo inoltre chiediamo un catasto frutticolo come già avvenuto nel settore viticolo, per programmare al meglio le produzioni".

La provincia di Ravenna è ancora culla della frutticoltura?

"Sì, e proprio per questo bisogna darsi da fare per evitare di perdere delle eccellenze. Mai come nei momenti di crisi, bisogna avere il coraggio di rilanciare. In tal senso può giocare un ruolo prezioso la cooperazione. Il prossimo 30 novembre all’hotel Mattei di Ravenna, incontreremo i direttori di Caviro, Agrintesa, Propar e Fruitimprese per iniziare una discussione e vedere come risolvere i problemi e non lasciare indietro nessuno".

Roberta Bezzi