
La celebre casa del vino di via Corrado Ricci festeggia i cinquant’anni di attività. Nata da un’idea di Alteo Dolcini, oggi è punto di riferimento per ravennati e turisti.
All’inizio, e siamo nel 1542, fu il palazzo di Cesare Rasponi, un capitano di ventura della potentissima casata di Savarna, baluardo ghibellino nel centro di Ravenna; poi, nel Settecento, i Rasponi vendettero l’immobile, nel frattempo divenuto locanda e osteria, e nel 1876 acquistato dalla famiglia Bellenghi che vi apre una drogheria che resterà in vita fino agli anni ‘70 del 900 quando nasce, per iniziativa di Alteo Dolcini e Massimo Stanghellini-Perilli, la Ca’ de Vèn. Era il 5 luglio 1975 ed esattamente 50 anni dopo la Ca’ de Vèn è ancora al suo posto, piena di ravennati e turisti, ormai il 50% della clientela, un luogo simbolo della ristorazione ravennate che ieri ha celebrato il suo importante anniversario di vita. "In 50 anni sono cambiate tante cose – detto il sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni intervenuto alla manifestazione celebrativa – ma la Ca’ de Vèn è una certezza e un passaggio obbligato non più solo per i ravennati ma per i tanti turisti che affollano la nostra città e che vedono nella struttura un punto di eccellenza della città". Proprio ad Alteo Dolcini si deve la creazione delle due case del vino gemelle: la Ca’ de Bè di Bertinoro nel 1971 e la Ca’ de Vèn di Ravenna nel 1975. Inizialmente, oltre al vino – che andava all’epoca rilanciato e sostenuto - nei locali si offriva agli avventori soprattutto piadina, prosciutto e formaggio. Poi nel corso degli anni la Ca’ de Vèn è diventata un ristorante a tutto tondo. Ora di proprietà di Marco e Stefano Gariboldi che abitano a Modena, è gestito da Rita Mazzillo e Maria Grazia Guidi con 160 coperti da gestire. E proprio stando al bancone Rita ha conosciuto anche il suo secondo marito, l’americano Robert Spicer. Lo aveva servito una sera, nel 2012, ed evidentemente lo aveva fatto così amabilmente che dieci giorni dopo Robert le chiese di sposarlo. "Sa sit matt", rispose lei in prima battuta, ma il no diventò sì nel 2014. Adesso il marito cerca di convincere molti americani a trasferirsi a Ravenna dicendo loro che "la vita è qui". E pare ci stia riuscendo visto il gradimento degli americani verso la nostra città. Al momento celebrativo hanno preso parte Roberto Monti, Consorzio Vini di Romagna, e Giordano Zinzani del Tribunato di Romagna. A concludere la celebrazione l’intervento dell’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna che ha ricordato l’importanza dell’enogastronomia emiliano-romagnola che vale oltre 33 miliardi di euro e del ruolo della ristorazione e del turismo per promuoverla nel mondo.
Giorgio Costa