Militare travolto al posto di blocco "Gesto volontario", 7 anni al pirata

Condannato per tentato omicidio il 33enne marocchino che nel novembre 2021 in via Puntiroli falciò un carabiniere della caserma di Conselice. L’uomo era senza patente e sotto l’effetto di stupefacenti

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Guidava sotto l’effetto di marijuana e senza patente, che gli era stata ritirata. A sentire lui non si era accorto del carabiniere che in mezzo alla strada agitava la paletta per farlo accostare, e che finì per travolgere. Ma la consulenza cinematica disposta dalla Procura lo smentisce, dicendo che il cambio di traiettoria fu finalizzato a travolgere il militare. Per questo ieri il Gup Corrado Schiaretti, in linea con la richiesta del Pm Cristina D’Aniello, ha condannato a sette anni per tentato omicidio il 33enne marocchino Hassan Ouchbouq, che il 17 novembre 2021 dopo l’investimento si diede alla fuga, per poi rifugiarsi in un casolare dove avrebbe tentato il suicidio con una cinghia.

L’appuntato finì al Bufalini con trauma cranico e fratture e a tutt’oggi non ha ancora ripreso il servizio. Parte civile con l’avvocato Pier Luigi Manaresi, il giudice gli ha riconosciuto una provvisionale di 30mila euro, a fronte di una richiesta di oltre il doppio. La difesa, con l’avvocato Nicola Casadio, chiedeva la derubricazione a lesioni colpose, rivendicando l’involontarietà del gesto, e aveva offerto 4mila euro depositati su un conto dell’Arma. Il carabiniere fu travolto intorno alle 13 durante un controllo stradale sulla via Puntiroli, a Conselice, e l’impatto lo sbalzò a 17 metri di distanza. La consulenza tecnica ha stabilito che quel tratto di strada era rettilineo e l’imputato godeva di un’ampia visuale. Avrebbe potuto arrestarsi davanti al carabiniere, con paletta alla mano e divisa con colori d’istituto, invece effettuò una strana manovra, prima scartando a sinistra per poi ributtarsi a destra e falciarlo a una velocità tra i 50 e i 55 orari. Nessun segno di frenata. Il conducente fu poi trovato in stato di alterazione in quanto aveva assunto cannabinoidi. Così, istintivamente, aveva preso la decisione di fuggire e farla finita, recandosi in un casolare abbandonato, comunicandone però la posizione agli operatori di una comunità di recupero di Bagnacavallo di cui in precedenza era stato ospite.

Aveva telefonato ai volontari, dicendo di avere investito un carabiniere, mostrando disperazione. Una volta raggiunto, fu trovato con segni rossi sul collo, dovuti a un presunto tentativo di suicidio mediante impiccagione con la cinghia di un borsello, poi spezzatasi, che aveva agganciato al cardine metallico del muro. Arrivarono i carabinieri, quindi fu preso in consegna e arrestato dal Commissariato di Lugo. L’uomo aveva precedenti per incendio, furto e stalking. Dopo l’arresto disse che si era messo alla guida in quello stato, e senza patente, poiché sconvolto dalla notizia dell’intenzione di abortire della ex compagna, con la quale la notte prima aveva litigato via whatsapp. Attualmente si trova in carcere in regime di custodia cautelare.

Lorenzo Priviato