FILIPPO DONATI
Cronaca

Mingozzi e l’obiettivo vicesindaco: "Legittimo per noi chiederlo. E avanti con attenzione al porto"

Il capolista, il più votato dell’Edera, parla delle priorità dello storico partito radicato nel territorio. E sull’astensionismo: "Quanti ravennati neppure sapevano che c’erano le elezioni? Tutti dobbiamo riflettere".

Giannantonio Mingozzi, capolista del Pri, è presidente del Terminal container

Giannantonio Mingozzi, capolista del Pri, è presidente del Terminal container

Il Partito Repubblicano è, fra tutte le liste presenti sulla scheda elettorale alle recenti Amministrative, quella che ha forse tratto il maggior sospiro di sollievo. Benché i candidati asserissero di non avere dubbi circa l’elezione di almeno un consigliere, in base ai numeri delle ultime elezioni regionali appariva improbabile che sia l’Edera che Progetto Ravenna potessero eleggere un loro volto, circostanza poi invece verificatasi. Ora per i repubblicani comincia una intensa fase di trattative, che potrebbe vederli conservare l’incarico di vicesindaco – storicamente loro appannaggio – oppure osservarlo veleggiare verso il Movimento 5 Stelle.

"È assolutamente legittimo da parte del Pri chiedere di poter esprimere il prossimo vicesindaco – esordisce Giannantonio Mingozzi, veterano delle campagne elettorali, anche stavolta il più votato tra le fila dell’Edera – a maggior ragione considerando che l’ultima legislatura (in cui era vicesindaco Eugenio Fusignani, poi fattosi da parte dopo l’elezione in Regione di Michele de Pascale, ndr) si è chiusa anzitempo".

Il Pri asserisce di non aver mai dubitato di poter essere confermato in consiglio comunale: più incerta era la possibilità di essere ancora la seconda forza della coalizione, eventualità che poi è sfuggita dalle mani dei repubblicani per una manciata di voti. Il Pri sembra aver già digerito l’amaro calice che l’ha visto superato sia dai pentastellati che da Alleanza Verdi e Sinistra: "Fra noi, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra è finita sostanzialmente in pareggio", osserva Mingozzi. Più complicati da decifrare gli equilibri su cui si stabilizzerà la prossima giunta, considerando le posizioni ecologiste sbandierate da Verdi e pentastellati, indigeste per molti versi al Pri e a una buona parte del Pd.

"Sul fronte dell’energia sono consapevole di quanto le loro posizioni e le mie siano distanti. Ma la modifica del dna politico cittadino è stata innescata anche dal fatto che qui abbia sede una importante facoltà di Scienze ambientali, che noi del Pri fummo i primi a volere, trent’anni fa. Quel primo gruppo di studenti fu accolto proprio a Casa Matha, lo ricordo molto bene". Mingozzi non ha ancora preso una decisione circa la possibilità di accettare l’investitura a consigliere comunale, che non sarebbe compatibile con il suo attuale incarico di presidente del Terminal container.

A questo proposito lo storico esponente dell’Edera risponde così: "Rifletterò. Il porto ha bisogno di uno sguardo attento sulle sue dinamiche". Nel caso Mingozzi declinasse la possibilità di entrare in consiglio, a Palazzo Merlato farebbe il suo ingresso Andrea Vasi, già ora consigliere comunale.

Per il Partito Repubblicano, entrato a Palazzo Merlato la prima volta oltre centoventi anni fa, grazie al progressivo allargamento dell’elettorato passivo e attivo, l’affluenza crollata sotto il 50% è una ferita aperta: "Tutti dobbiamo riflettere – è la conclusione del ragionamento di Mingozzi –. Quanti ravennati neppure sapevano che si sarebbe votato? Non pochi, temo. Quanti neppure hanno mai ritirato la scheda elettorale? Forse in aspetti come questo è la politica a doversi avvicinare di più alle persone".

Filippo Donati