Mistero sulla morte in casa, aperta un’indagine

Il caso del 60enne Giuseppe Marcucci. Escluso l’omicidio, il fascicolo è aperto per decesso come conseguenza di altro reato

Mistero sulla morte in casa, aperta un’indagine

Mistero sulla morte in casa, aperta un’indagine

Era stato trovato in una pozza di sangue. E per un attimo sulla sua morte aveva aleggiato il sospetto di un efferato omicidio. Sì, perché gli ematomi ai fianchi, in prima battuta erano stati inquadrati come possibili lesioni inferte da dietro. E invece no: nessun assassino in questa storia.

Nonostante ciò, il decesso del 60enne Giuseppe Marcucci, rampollo di una facoltosa famiglia manfreda già legata al settore degli allevamenti di suini, è ancora avvolto nel mistero. Tanto che, dopo i primi sopralluoghi della polizia, per dissipare ogni dubbio, il pm Marilù Gattelli ha aperto un fascicolo contro ignoti per morte come conseguenza di altro reato, lo spaccio. Solo una ipotesi investigativa al momento: il sospetto è insomma che qualcuno potesse essere presente al momento dei fatti e, nonostante ciò, forse per essersi spaventato o per nascondere qualcosa, non abbia allertato i soccorsi.

Per inquadrare la vicenda, bisogna tornare indietro fino al 26 febbraio scorso, giorno del ritrovamento del cadavere. Il contesto è quello di un immobile di rango a più piani del centro di Faenza: il defunto prima abitava a Marradi, ma alla morte del padre, si era trasferito in quello stabile. Una dimora degna di nota con tanto di pianoforte a coda nell’ampio salone. Ma il corpo ormai esanime del 60enne non viene ritrovato lì: bensì nel seminterrato. Fatale si è rivelata essere una caduta con il conseguente impatto della testa contro il pavimento: nessuno scampo.

L’uomo è vestito con una tuta: come se avesse in animo di restare a casa o comunque di ricevere qualcuno con cui aveva una certa confidenza. È la sorella a dare l’allarme: non si sentivano da una decina di giorni. Una cosa in fondo normale: era cioè frequente che non si sentissero tutti i giorni: ma in questo caso il fratello non rispondeva più.

I primi ad arrivare sul posto, sono gli agenti di una Volante del locale commissariato, in seguito affiancati dai colleghi della squadra Mobile di Ravenna. Dai sopralluoghi, emergono vari particolari di potenziale interesse per il fascicolo. Tra cui un paio di materassi sistemati in una stanza: era lì che qualcuno aveva dormito salvo poi andarsene frettolosamente? In attesa di rispondere alla domanda, viene disposta l’autopsia dalla quale emerge il primo punto fermo: non si è trattato di un omicidio doloso.

Non ci sono cioè quelli che in gergo vengono chiamati segni da opera terzi. La lancetta degli inquirenti a quel punto vira verso l’ipotesi del malore seguito dalla rovinosa caduta. E per ricavare altri eventuali elementi su questa pista, si attendono ora i risultati delle analisi tossicologiche. Nel frattempo un esperto sta setacciando computer e cellulare del 60enne per capire con chi potesse avere avuto gli ultimi contatti prima della morte. Per quanto riguarda la salma, il nulla osta ai funerali è questione di ore. Mentre per quanto riguarda la sorte di Giuseppe Marcucci, il mistero rimane.

Andrea Colombari