"Molestie a studentesse", professore di Cervia ai domiciliari

Indagato per atti sessuali su minorenni insegnante dell’Alberghiero

Cervia, professore accusato di molestie: indaga la polizia (archivio Torres)

Cervia, professore accusato di molestie: indaga la polizia (archivio Torres)

Cervia (Ravenna), 20 giugno 2019 - Attenzioni eccessive, battute sopra le righe. In alcuni casi apprezzamenti, carezze e palpeggiamenti che finivano per fare arrossire, e talvolta irritare, le studentesse. Quel ‘prof’ dell’Alberghiero di Cervia era chiacchierato da tempo. Ed è stato il preside, recentemente, dopo aver ricevuto le confidenze imbarazzate delle ragazze e aver convocato le loro famiglie, a decidere che l’insegnante aveva passato il limite. Ha chiesto l’intervento della Questura e l’indagine lampo della Squadra mobile che ne è derivata ha spinto il Pm Angela Scorza a chiedere e ottenere un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’insegnante, con l’accusa di atti sessuali su minorenni.

L’ennesima vicenda choc che scuote il mondo delle scuole, peraltro proprio mentre sono in corso gli esami di maturità. Il provvedimento è stato eseguito lo scorso 8 giugno, ma la notizia trapela soltanto ora. Alcune famiglie delle vittime, per tutelarsi, si stanno rivolgendo a dei legali per ottenere tutele in vista di un eventuale processo. Uno di questi è l’avvocato Massimiliano Nicolai, che ha raccolto la versione di una delle parti offese. Dai racconti delle ragazze sentite in questura emerge che questi episodi si ripetevano da mesi. Avvicinava le ragazzine con dei pretesti. Se qualcuna prendeva un brutto voto, o arrivava in ritardo alla lezione, lui la ‘puniva’ facendole fare degli esercizi e delle flessioni.

Tutto questo sebbene non fosse un’insegnante di ginnastica, ma di tutt’altra materia. E con questa scusa riusciva a toccarle, sfociando talvolta in veri e propri palpeggiamenti. Secondo il racconto di un genitore l’insegnante «rivolgeva attenzioni particolari verso le ragazze più prosperose». L’episodio che ha spinto la scuola a intervenire sarebbe questo. Un giorno, festeggiando una studentessa che compiva gli anni, il professore l’ha abbracciata, afferrandola da dietro e tirandola su per le braccia, per poi rivolgersi alla classe con questa frase inopportuna: ‘Se la violento non mi denunciate, vero?’. Parole che hanno lasciato la classe interdetta. Quella certamente fu la goccia che fece traboccare il vaso. Perché subito dopo le studentesse dell’istituto Alberghiero per tutelarsi e confidarsi hanno istituito un gruppo Whatsapp, su iniziativa delle rappresentanti di classe.

Dopo quell’episodio alcune ragazze, circa una decina, quasi tutte minorenni, si sono rivolte alla dirigenza che il giorno dopo ha fatto intervenire le famiglie. E a stretto giro della vicenda è stata interessata la Squadra mobile di Ravenna. Tra gli elementi acquisiti dagli investigatori della sezione ‘reati sessuali e contro la persona’ ci sono proprio i messaggi che via Whatsapp le ragazze si scambiavano, raccontando e descrivendo i comportamenti dell’insegnante, esprimendo ansie e timori.